Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO OTTAVO.
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      vano in cuore il desiderio di porre freno a tante enormezze. E però quando il prode uomo cercò colleghi alla impresa, nella malcontenta cittadinanza ne trovò non pochi. Suo braccio destro in Roma era un suo nipote di nome Battista Sciar-ra; il quale ragunó nelle proprie case, e in quelle del Porcari e di Angiolo Mascio, gran numero di soldati e di esuli. La vigilia della Epifania del 1453 Stefano, partitosi cautamente da Bologna, comparve vestito di porpora e d'oro fra mezzo ai congiurati. Altri si dovevano in modi diversi travestire, e in un tempo solo impadronire del Campidoglio e del papa e dei cardinali innanzi le porte della basilica di san Pietro; quindi far dare nelle campane per chiamare il popolo al restauro della repubblica e del buono stato di Cola di Rienzo. Non aveva per anche finito di favellare allorquando la casa fu circondata da una schiera di armati condotti dal Senatore al quale un traditore aveva rivelata la congiura. Stefano Porcari con altri nove de' suoi colleghi, senza nessuna specie di processo, nè anco di un semplice esame, lo stesso giorno fu impiccato ai merli di Castello Santo Angiolo. Gli sventurati chiedevano gli estremi conforti della religione, ma furono loro barbaramente negati.
      XXIX. Dopo l'attentato di Stefano Porcari, papa Niccolò parve cangiare natura. Egli che fino allora era stato uomo di pace e tutto intento a promuovere il progresso delle lettere e delle arti, cominciò a mostrarsi tiranno con una impudenza che l'uomo educato al dispotismo generalmente ha la destrezza di mascherare. Non tenendosi contento di avere giustiziati i capi della congiura, e temente che i superstiti ne vendicassero il sangue con la morte sua, si ostinò con insano accanimento a perseguitare chiunque ne fosse minimamente sospettato. Mise a prezzo le teste di due congiunti di Stefano i quali non s'erano potuti trovare; mille ducati a chi, vivi, e cinquecento a chi morti li consegnasse. Chiese ai governi d'Italia che gli dessero nelle mani coloro che nelle città fuori degli stati pontifìcii avevano cercato asilo; e i Veneziani, ancorché fossero assuefatti a porre in non cale e spregiare le richieste o le minacce della corte di Roma, compiacquero il pontefice e gli consegnarono alcuni che s'erano riparati nel loro territorio. Niccolò
      Storia dei Comuni italiani. — 2. 26


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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