Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      in somma venerazione; ma egli non aveva le immense ricchezze di Cosimo, il quale adoperandole con ammirevole arte, senza farne scialacquo, a prò de'cittadini, se li era talmente gratificati che per quanti sforzi facessero gli emuli suoi, non riuscivano mai a scemargli quella autorità eh' egli esercitava nel reggimento dello stato. Nell'anno stesso in che morì Neri Capponi, cioè nel 1455, la balìa ultimamente creata cessava. Non v'era ragione di rinnovarla, imperciocché la repubblica godeva profonda pace; ma perchè gli emuli occulti di Cosimo studiavansi di abbassarlo, proposero e vinsero il partito; ma non corse molto tempo che conobbero di essersi tirati addosso incomodi e sciagure che avrebbero voluto scansare. La creazione di cotesta autorità dittatoria, che sospendeva la costituzione e con pienezza d' arbitrio faceva e disfaceva ogni cosa, di cotesto straordinario e temporaneo consiglio supremo che chiamavasi balìa, era gravissimo avvenimento, e spesso invece di provvedere alla salute della patria, la gettava in maggiori disordini. E però Cosimo, cui non garbavano gli spessi mutamenti nell'ordine civile, fece nei consigli proporre e approvare una legge che inibiva al gonfaloniere o a qualunque de'signori di chiamare il popolo a parlamento senza che la richiesta fosse fatta da tutti i componenti la signoria e dai buoni uomini, e fosse approvata ne' due consigli. Questa legge ad ogni modo non potè impedire il male che voleva schivarsi. Nella estate del 1458 Luca Pitti fu tratto gonfaloniere: era orgoglioso, destro, audace ed ambiva di subentrare a Cosimo, il quale, carico d'anni e tormentato dalla gotta, pareva mal sopportare la soma delle pubbliche faccende. Luca a furia di minacce forzò i suoi colleghi a chiedere che si chiamasse il popolo a parlamento, e dopo di avere provveduto in modo da renderlo tremante, fece creare una balìa di trecentocinquantadue cittadini perchè provvedessero alla cosa pubblica. Il Gonfaloniere, in rimunerazione de'servigi resi alla patria, fu fatto cavaliere ed ebbe moltissimi ricchi presenti. E fu un punto in cui egli parve il principe dello stato: onde è che allargando i confini della sua ambizione cominciò a fabbricare secondo il disegno di Filippo Brunelleschi quell'immenso palazzo, che per vastità e bellezza vinceva tutte le reggie d'Europa. Per finire il quale,


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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