Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO OTTAVO.
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      modo, che furono costretti a prendere quella pace, che fu voluta concedere loro. Delle difficoltà adunque che Cosimo ebbe dentro alla città e fuori, fu il fine glorioso per lui, e dannoso per i nimici, e perciò sempre le civili discordie gli accrebbero in Firenze stato, e le guerre di fuora potenza e riputazione: Per il che all' imperio della sua Repubblica il Borgo S>. Sepolcro, Montedoglio, il Casentino e Val di Bagno aggiunse. E così la virtù e la fortuna sua spense tutti i suoi nimici; e gli amici esaltò. Nacque nel mccclxxxix il giorno di S. Cosimo e Damiano. Ebbe la sua prima età piena di travagli, come l'esilio, la cattura, i pericoli di morte dimostrano, e dal Concilio di Costanza dove era ito con papa Giovanni, dopo la rovina di quello, per campare la vita, gli convenne fuggire travestito. Ma passati quaranta anni della sua età visse felicissimo, tanto che non solo quelli che s'accostarono a lui nell' imprese pubbliche, ma quelli ancora che i suoi tesori per tutta l'Europa amministravano, della felicità sua parteciparono. Da che molte eccessive ricchezze in molte famiglie di Firenze nacquero, come avvenne in quella de'Tornabuoni, de'Benci,de'Portinari ede'Sassetti, e dopo questi tutti quelli che dal consiglio e fortuna sua dipendevano, arricchirono talmente, che benché negli edificj doi templi e nelle elemosine egli spendesse continuamente, si doleva qualche volta con gli amici, che mai aveva potuto spendere tanto in onore di Dio, che lo trovasse nei suoi libri debitore. Fu di comunale grandezza, di colore ulivigno, e di presenza venerabile. Fu senza dottrina, ma eloquentissimo, e ripieno d'una naturale prudenza; e perciò era ufficioso negli amici, misericordioso nei poveri, nelle conversazioni utile, nei consigli cauto, nelle esecuzioni presto, e nei suoi detti e risposte era arguto e grave. Mandògli messer Binaldo degli Albizzi nel principio del suo esilio a dire: Che la gallina covava: a cui Cosimo rispose: Ch' ella poteva mal covare senio fuora del niclio. E ad altri ribelli che gli fecero intendere che non dormivano, disse: Che lo credeva, avendo cavato loro il sonno. Disse di papa Pio quando eccitava i principi per l'impresa contro il Turco: Cli' egli era vecchio, e faceva una impresa da giovane. Agli oratori vineziani, i quali vennero a Firenze insieme con quelli


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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