Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO OTTAVO.
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      liano che davvero erano giovinetti di grandi speranze. Il padre vedendo appressarsi la fine dei giorni suoi volle imparentare il primogenito con la famiglia di un principe romano. Lorenzo nel giugno del 1469 sposò Clarice figlia di Jacopo Orsini. Sei mesi dopo Pietro sentendosi più che mai aggravato dal male, non sapeva rassegnarsi al pensiero della vicina morte perocché lasciava i suoi figli esposti a gravissimi pericoli. De' fautori da lui beneficati non osava fidarsi; anzi vuoisi che le loro enormezze fossero diventate tali che alla perfine ei se ne accòrse, chiamò a sè i capi della fazione, inveì aspramente contro loro, e minacciò di riconciliarsi co' suoi nemici, nelle mani dei quali intendeva lasciare il reggimento dello Stato e i propri figli. Dicesi infatti che si fosse di nascosto abboccato con Angiolo Acciaiuoli per convenire con esso intorno al richiamo degli esuli, che le condizioni ne fossero stabilite, che il disegno stesse per essere mandato ad esecuzione, allorquando la morte lo colse verso la fine di quel!' anno istesso.
      Cosa malagevole a credersi I quantunque un cosiffatto avvenimento dovesse produrre una generale commozione in tutti coloro che erano sdegnosi di patire il giogo mediceo, pure alla nuova della morte di Pietro non fu segno di disturbo, non si sentì nò anco una voce che, come avveniva in ogni solenne occasione, gridasse la necessità di riformare lo Stato. Coloro che, durante la infermità di Pietro, avevano governato, capo dei quali era Tommaso Soderini— fratello dell'inclito cittadino Niccolò che ramingava esule per le terre d'Italia — per mantenersi principi dello Stato, pensarono meglio porre da canto la privata ambizione di primeggiare e deliberarono di fare riconoscere Lorenzo e Giuliano come eredi dell'autorità e potenza del padre. E però il Soderini, tutti i cittadini e gli ambasciatori, che erano assuefatti a trattare con lui e adesso erano andati a complirlo quasi fosse successore del defunto nel governo dello stato, esortò a recarsi al palazzo dei Medici ; e chiamati a consesso i più cospicui cittadini dimostrò il pubblico bene richiedere che i due giovanetti fossero venerati come capi della repubblica; imperocché era più savio partito mantenere una potenza da due generazioni riconosciuta in una stessa famiglia, che creare un nuovo ordine di


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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