Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO OTTAVO.
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      a sgomberare dal Castelletto, ebbero il salutare pensiero di non lasciar divampare le passioni di parte che in Genova erano così pronte a prender fuoco; e come videro giungere alle loro mura le soldatesche condotte dallo Adorno, si apparecchiarono a una valida difesa. A Prospero, nulladimeno, riuscì di entrare in città seguito da molti suoi fautori, e giunto al palazzo ragunò il senato, e nuli' altro chiedendo che un dono di seimila fiorini pei capitani dello esercito, rimise Genova.sotto la temperata autorità di Giovanni Galeazzo Sforza. Ciò avvenne quattro mesi e cinque giorni dopo la morte del duca.
      XLV. In Milano quattro dei fratelli del morto duca, e in ispecie Lodovico detto il Moro che era il più audace di tutti, tramarono una congiura per cacciare dalla reggenza il Simonetta e forse anco per rovesciare dal trono il fanciullo e gridare duca il Moro. Come furono scoperti, corsero improvvisamente per le vie chiamando il popolo alle armi. Gridavano morte ai forestieri; e con ciò intendevano Cecco Simonetta e il fratello, i quali per non essere punto odiati dai Milanesi, non corsero verun pericolo. La dimane, vedendo andata a male la impresa, fuggirono dalla città, ma non tutti salvaronsi: e in tal guisa per la duchessa reggente e pel suo ministro il pericolo passò senza recar loro il minimo danno.
      XLVI. Nè miglior esito ebbe lo attentato di alcuni cittadini di Firenze che volevano scuotere il giogo mediceo. Dalla morte di Cosimo il vecchio in poi fino a quella del duca di Milano, la fiorentina repubblica, che negli anni precedenti aveva dovunque spalleggiata la libertà degli Stati e mantenuto ingegnosamente lo equilibrio politico fra quelli perchè nessuno opprimesse gli altri, pareva pressoché rasa dalla superficie della penisola. E non per tanto in Napoli, in Genova, in Milano, in Ferrara, erano seguiti importantissimi fatti, nel tempo stesso che Venezia ostinatamente sosteneva una dispendiosissima guerra contro le formidabili e numerosissime schiere del Turco. 1 Medici erano solo intenti ad afforzarsi in casa loro ed aprirsi la via alla tirannide; ed a tal fine, lasciando che i loro fautori si recassero in mano tutti gli ufficii dello stato, sempre più spogliavano il popolo di tutti i suoi diritti, sosti-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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