Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO OTTAVO.
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lebre Filippo di Comines suo ambasciatore presso Lorenzo.
A tanta pubblica, unanime e universale disapprovazione il papa si sarebbe astenuto; ma dacché ne andava l'onore e la reputazione del papato, i cardinali lo consigliarono a perseverare, a non cedere, ma cautamente tenere a bada i principi. Sisto seguì il consiglio, e intanto che pasceva d'inani speranze gli esortatori alla pace, faceva dai suoi capitani seguitare con accanimento la guerra in Toscana.
LI. Il solo potentato dal quale i Fiorentini potessero sperare soccorso era il duca di Milano. Difatti la duchessa reggente e Cecco Simonetta andavano facendo i necessarii apparecchi perchè un esercito milanese muovesse verso la Toscana. Ma per impedirlo, il re Ferdinando suscitava gravi perturbamenti nell'Alta Italia. Governava in Genova, a nome del duca Giovanni Galeazzo, Prospero Adorno. A lui si rivolse il re di Napoli, e non solo gli promise d'ogni maniera aiuti per restaurare la indipendenza della repubblica, ma gli mandò alcune galere e molta pecunia. Sebbene le pratiche fossero condotte con gran cautela, il fatto dello arrivo delle galere non si poteva tenere così celato che la reggenza di Milano non se ne accorgesse. La duchessa Bona quindi senza indugio alcuno nominò governatore il vescovo di Como; il quale, andato con gran diligenza a Genova, convocò il senato in San Siro e mostrò il decreto ducale che lo deputava al governo dello Stato. L'Adorno, appena ne ebbe la nuova, ragunò tutti i suoi fautori, invitò gli uomini dell'avversa fazione, ed espose loro il pericolo che correva la patria, rivelò i possenti sussidii promessi e in parte spediti dal re Ferdinando, fece eleggere sei capitani del popolo, e assumendo il titolo di doge, dichiarò Genova indipendente dal Duca di Milano e da qual si fosse altro potentato.
I nobili intanto parteggiavano a favore del governo milanese. I loro palazzi erano aiforzati e muniti di uomini d'arme; seguirono varii combattimenti; il presidio, non potendo reprimere la ribellione, si rinchiuse nella fortezza aspettando poderosi soccorsi da Milano. Prospero Adorno, prevedendo ciò che poco di poi successe, fece validissimi apparecchi per sostenere una vera guerra. Lo esercito del duca sotto il co-
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