Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (342/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO OTTAVO.
      311
      faceva strage grandissima in tutte le loro città. Gli ufficii erano deserti, i consigli chiusi, ciascuno pensava a salvarsi nelle campagne; non era possibile che il governo prendesse alcuna deliberazione. E però per favorire gli alleati della repubblica, scrisse agli ambasciatori perchè rimostrassero col papa, e lo inducessero a far cessare quella scandolosissima guerra; lo accusassero di far causa comune coi Mussulmani, e lo minacciassero che Venezia seconderebbe lo imperatore, il re di Francia e tutti quei principi che erano disposti a negargli obbedienza e volevano farlo giudicare da un concilio. Veramente ai Veneti sommamente importava che fosse pace fra gli Stati italiani, imperciocché avendo procurato di farla con Maometto II, le loro proposte erano state rifiutate; ed ora, minacciati più da presso ed afflitti dalla pestilenza che aveva loro distrutti due eserciti, facevano più ampie proposte. Dopo lunghi negoziati Giovanni Dario, mandato espressamente dalla repubblica a Costantinopoli, accettò i patti proposti dal Sultano, al quale venivano cedute tutte le conquiste da lui fatte nella Dalmazia, nell'Albania e nella Morea, e pagati centomila ducati per l'appalto delle cave d'allume e un annuo tributo di dieci mila ducati. Maometto assicurava ai Veneziani il pieno godimento delle franchigie per tutte le loro merci in tutti gli Stati dello impero turco. Il 25 di Aprile del 1479, giorno in cui ricorre la festa di San Marco patrono della repubblica, la pace fu solennemente pubblicata con molta gioja di tutta la popolazione.
      LIII. I potentati italiani invece di plaudire alla pace tra Venezia e il Sultano come quella che liberava la penisola dal rischio di una invasione distruggitrice, la videro di mal occhio. Temevano che i Veneti, delle perdute conquiste in Oriente, si rifacessero conquistando nella penisola a danno degli altri Stati. Perfino la fiorentina repubblica, che gli aveva sollecitati a concluderla, e che adesso poteva con maggior fondamento sperare ajuto, ne ebbe sospetto. II re Ferdinando con isdegno e paura vide i Veneziani fare quel trattato, mentre egli pochi anni innanzi ne aveva concluso uno simigliarne. Del papa non è da dire quanta ira e rabbia sentisse in cuore ; promulgò una bolla dove con virulenti parole accusava agli
      29'


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (342/507)






Mussulmani Venezia Francia Veneti Stati Maometto II Giovanni Dario Costantinopoli Sultano Dalmazia Albania Morea Veneziani Stati San Marco Venezia Sultano Veneti Oriente Stati Ferdinando Veneziani Maometto