Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      '312
      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      occhi del mondo cristiano Venezia di avere giurato osservare fedelmente i patti coi Turchi. Disse suo solo pensiero essere quello di porre fine alla guerra coi Fiorentini, e avere mosso pratiche con lo imperatore, il duca di Borgogna, e il re di Francia per muovere le armi dell' occidente contro gli Otto-manni. Così parlava; ma era una menzogna; imperocché invece di spengere il fuoco nella Italia di mezzo, ne accendeva un altro nelle provincie settentrionali della penisola, e in ispe-cie ai danni del duca di Milano.
      Nel vendere le indulgenze agli Svizzeri si accòrse che in quelle libere montagne durava intatta e fervente quella fede e reverenza verso la Chiesa romana, la quale non era più venerata dagli Italiani, testimoni oculari delle turpitudini della corte papale. E però scrisse al suo legato inducesse gli Svizzeri a far guerra al duca di Milano. Guido di Spoleto vescovo d'Anagni, fatta adunare una dieta, si studiò di persuadere la impresa offrendo per premio ai guerrieri, oltre i beni spirituali, gl'immensi tesori che serbavansi ne'castelli di Milano e di Pavia, e un annuo sussidio di diecimila ducati. La dieta non osò nulla deliberare sopra un negozio di cotanta importanza; non perciò il pontificio legato si perde d'animo; ma come colui che conosceva appieno gli umori di quéi feroci montanari, con un lieve pretesto mosse gli uomini del cantone di Uri a dichiarare la guerra al duca di Milano,
      Tra il ducato milanese e la confederazione elvetica esisteva da parecchi anni un trattato che nel 1477 Cecco Simonetta aveva avuta la previdenza di rinnovare. Per la qual cosa, come per una contesa sorta tra contadini del confine egli vide dichiarata la guerra dal cantone d'Uri, propose si esaminassero le cose e si stesse alla sentenza degli arbitri. Il litigio in tal guisa si sarebbe pacificamente sciolto; ma il legato con ogni specie di raggiri e di seduzioni fece sì che quei di Uri rigettassero le ragionevoli proposte del milanese governo, e un esercito di diecimila Svizzeri invadesse la Lombardia. Questi dopo d'avere saccheggiato le terre del confine, e ripassale le Alpi, lasciarono nella valle Leventina un piccolo presidio. Il conte Marsilio Torelli cercò di assalirlo con quindici mila uomini, mitper l'astuzia del capitano dovette


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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