Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      '355 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      devastano combattendo vicendevolmente per dividersi le spoglie della malarrivata penisola. Per la qual cosa negli annali della umanità incivilita la prima metà del secolo decimosesto è da considerarsi come il periodo storico che richiama a sè gli sguardi di tutta Europa. Noi, che non abbiamo spazio bastevole a narrare distesamente tante e tali vicissitudini, accenneremo quelle soltanto che spettano più da presso a quei Comuni che serbavano tuttavia Ja patria libertà o le esteriori sue forme.
      Alla morte d'Innocenzo Vili il sacro collegio era scisso in due potenti fazioni. Capitanava l'una il cardinale Hoderigo Borgia, il più anziano tra tutti, e per i molti beneflcii, contro ogni legge — sebbene lo comportasse la prava costumanza di quella età — accumulati nella sua sola persona, immensamente ricco. Della contraria fazione era capo Giuliano della Rovere nipote di Sisto IV, uomo di singolare ingegno e nel governo della Chiesa espertissimo. Entrambi contrastavansi la tiara, e fra loro sorgeva un terzo competitore cioè Asca-nio Sforza figlio del duca Francesco e fratello di Lodovico il Moro. E'pare che il partito di costui non fosse ben numeroso; onde, perduta la speranza di giungere al papato, ei si lasciò sedurre dal volpino ingegno del cardinale Borgia, vendendogli a carissimo prezzo il voto suo e quello de' suoi fautori. In tal guisa la elezione del Borgia più non fu dubbia, e cinque giorni dopo aperto il conclave, cioè il di li agosto 1492, ei risultò papa assumendo il nome di Alessandro IV. E come se si trattasse di contratti leciti ed onesti il nuovo eletto non indugiò pui^o ad eseguire i patti, a questi pagando la promessa pecunia, a quelli conferendo i suoi propri beneflcii. Tutta Roma ne esultò indicibilmente. La incoronazione d'Alessandro fu celebrata con una magnificenza di cui non era memoria negli annali del papato; tutti aprirono il cuore a grandi speranze. Il solo Giuliano della Rovere e i suoi partigiani si tennero da parte; costretti piegarono la fronte alla maggioranza dei suffragi!, poi reputando imprudente e pericolosa ogni opposizione, allontanaronsi da Roma.
      Papa Alessandro primamente pose l'animo a rendere alla città la quiete che per lo effemminato regno del suo pre-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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