Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO NO.NO.
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duca di Calabria. E perchè era donna di alti spiriti, sdegnando di vedersi sposa d'un fantoccio di principe, e a un tempo sentendosi capace di reggere lo Stato, instava perchè Lodovico rimettesse le redini del governo in mano del duca. Sopratutto non poteva patire il contegno della moglie di Lodovico, Beatrice d'Este, la quale teneva splendidissima corte in Milano, mentre la duchessa, nepote del più potente degl'italiani principi, viveva diméssamente in Pavia difettando perfino de' comodi della vita. Da lei sollecitati il duca di Calabria e il re Ferdinando rimostravano perchè il Moro rendesse, ormai che ne era tempo, la suprema potestà al legittimo sovrano. ' "'
Lodovico si avvide che ogni indugio poteva tornargli a detrimento, e giovandosi della avida povertà di Massimiliano imperatore, gli offrì in isposa la sua nepote Bianca con una dote di quattrocento mila ducati, a patto che desse a lui la investitura degli Stati milanesi, sempre dallo imperatore Fé derigo negata ai due precedenti duchi di casa Sforza. I ministri imperiali corrotti anch'essi formularono il diploma in guisa che sembrasse una spontanea concessione dello imperatore a prò di Lodovico, non per capriccio, ma perchè così richiedevano gl'interessi dell'autorità imperiale in Italia. Lodovico non osava pubblicare un trattato che gli avrebbe inimicati tutti i principi e in ispecie gli Aragonesi di Napoli; e non potendo avere nessuna fiducia nel misero e scioperato imperatore, pensò non rimanergli altra speranza che quella di patteggiare con Carlo Vili di Francia e spronarlo a calare in Italia invitandolo alla conquista del regno di Napoli.
Comecché Carlo Vili fòsse uomo da gettarsi a occhi chiusi in una qual si fosse impresa difficilissima, purché fosse tale da appagare il suo spirito cavalleresco, non pochi furono gli ostacoli che in sulle prime incontrò Lodovico il Moro. Ma per la destrezza degli ambasciatori suoi, è lo affaccendarsi degli esuli baroni napoletani che s'erano riparati presso la corte francese, fu vinto ogni sforzo di que' savi che avversavano una tanto insana spedizione, perocché vedevano che quand'anche fosse seguita da una conquista del regno, la Francia non vi si sarebbe potuta mantenere. Carlo fece la pace a co-
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