Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      quale si era dichiarata fedele al re di Napoli. Il popolo, all' incontro, che per tanti secoli era assuefatto a considerare il re di Francia come naturale protettore dei Guelfi, aperse il cuore alle più liete speranze; i satelliti dei Medici più non ebbero argomenti a infrenare i mal compressi umori della cittadinanza : Pietro de' Medici si vide in grandissimo pericolo, e pensò rimediarvi con una perfìdia scimmiottando verso Carlo VIII la condotta tenuta da Lorenzo col re Ferdinando. Si fece dai consigli eleggere capo di un'ambasceria che doveva andare incontro al re di Francia. Munitosi di un salvo-condotto, vi arrivò prima che giungessero i suoi colleghi. Incominciò scusandosi che il trattato concluso dal padre suo non gli aveva concesso di collegarsi con Carlo contro Ferdinando, ma dacché i Francesi erano in Italia, la cosa aveva mutato aspetto, e quindi pregava il re di accogliere sotto la sua protezione la repubblica fiorentina parata e pronta a far tutto in favore della casa di Francia. Carlo, innanzi di stabilire patti o manifestare il suo pensiero, chiese gli si aprissero tosto le porte di Sarzanello, Pietrasanta, Librat'ratta, Pisa e Livorno. E Pietro quasi disponesse di cose sue, senza chiederne consiglio ai suoi colleghi, i quali credevano di gratificarsi il re concedendogli soltanto il passo traverso al territorio della repubblica, gli détte nelle mani quelli ed altri molti importantissimi luoghi fortificati. Promise inoltre dargli in prestanza dugento mila fiorini, condizione che il re imponeva per accogliere la repubblica sotto la sua protezione con un trattato da stipularsi al suo arrivo in Firenze.
      La cosa, comecché dura a credersi, mise sossopra tutta Firenze. Era un brontolare apertamente contro il tiranno che senza i meriti de'suoi antenati aveva più che essi usurpata la libertà della patria, ed ora l'aveva condotta sull'orlo d'un precipizio. Frate Girolamo Savonarola soffiava dentro a cosiffatto fuoco. I cittadini aspettavano il primo pretesto, o a dir meglio una voce che li chiamasse alla insurrezione. Edotto di tali cose, Pietro celeremente si ridusse a Firenze. E avendo subito ragunati i suoi partigiani, maravigliò forte di trovarli freddi o circospetti o dubbiosi. Si accrebbe il suo stupore allorquando il dì dopo andato al palazzo de' Signori, non gli fuStoria dei Comuni italiani. — 2. 31


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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