Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'362
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
dato l'ingresso. Confuso riparò alle sue case per trovare gli espedienti efficaci per trarsi d'impaccio. E mentre ei mandava sollecitando il soccorso del suo cognato Paolo Orsini che capitanava una schiera d'uomini d'arme, il cardinale Giovanni si provò di correre a cavallo co' suoi famigliari le. vie della città per chiamare alle armi i partigiani di casa Medici: ma ogni sforzo fu inutile; il popolo, fino l'infima plebe da lungo tempo avvezza a gridare: Palle Palle — che era la insegna dei Medici — rispondeva con le più dure imprecazioni. Pietro e Giuliano videro non essere più tempo da perdere e uscirono fuori le mura; e Giovanni, travestito da frate, li raggiunse tosto sugli Appennini. I tre fratelli cercarono rifugio presso il loro amico Giovanni Bentivoglio signore di Bologna.
VII. Saputasi la fuga dei Medici, la plebe incominciò a tumultuare; irruppe nei loro palazzi e saccheggiolli, rovesciò dai luoghi pubblici i loro stemmi. La Signoria li dichiarò traditori e pose una grossa taglia sulle loro teste; e in tal guisa il Comune dopo tanti anni di servaggio ridiveniva libero.
Ma primamente era mestieri trattare col re di Francia che già era giunto a Lucca. Gli furono spediti ambasciatori quattro cospicui cittadini guidati da Girolamo Savonarola che doveva arringare. A Pisa furono introdotti alla presenza del re; e l'intrepido frate in tuono di uomo invaso dello spirito di Dio parlò terribili parole al monarca: e quantunque questi fosse vincolato dalla fede data a Pietro dei Medici, rassicurò gli oratori, promettendo loro che, appena giunto in Firenze, accomoderebbe le cose con prò e soddisfazione del popolo. E furono le consuete frasi di chi promette non sapendo che, e non ha fermo intendimento di mantenere. Difatti mentre egli siffattamento favellava con gli ambasciatori fiorentini, accoglieva le preghiere dé' Pisani, i quali dopo ottanta e più anni di servitù bramavano ricuperare la vetusta libertà del loro Comune.
Firenze, a dir vero, si era severamente comportata verso le città soggette, e massime contro Pisa e Pistoia. Nei primi anni della conquista di questi liberi Comuni, la fiorentina repubblica reputò necessario governarli con provvedimenti tali da tenerli in freno, ma non osò privarli de' privilegi e delle
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