Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      nelle campane. E insieme coi colleghi s'avviava alle scale, li re lo richiamò indietro, e perchè al tempo in cui il Capponi era stato ambasciatore in Francia aveva avuta seco domestichezza, e lo teneva uomo da far davvero, conobbe la gravità del pericolo, e per riappiccare lo interrotto parlamento, sorridendo gli disse: Ahi Ciappon, Ciappon, voi siete un mal Ciappon.
      La offerta di centoventi migliaia di fiorini chiuse la bocca al re; e fu firmato il trattato d'amistà e colleganza con la repubblica composto di parecchi articoli, uno dei quali è formulato in modo da fare intendere che Carlo intendeva rom-" pere la fede data ai Pisani, e tenere le fortezze nelle sue mani solo perchè secondo gli eventi potesse valersene a cavarne nuova pecunia. Nondimeno volle stipulare — e non fu poca cosa per un re — che Firenze perdonerebbe la ribellione ai Pisani. Nè volendo sembrare vigliacco e traditore verso Pietro dei Medici, che gli aveva abbiettamente fatte aprire le fortezze della repubblica, indusse la signoria a levare la taglia dalla testa di lui e de' suoi fratelli, i quali non dovevano appressarsi a cento miglia da Firenze, e Pietro a dugento. I beni del quale rimasero confiscati, e sequestrati temporaneamente quelli di Giovanni e Giuliano finche non fossero estinti i debiti del fratello. La pace, solennemente giurata dal re in duomo, fu celebrata con le consuete pubbliche feste; e due giorni dopo per la via di Siena si mosse alla volta del regno. Il quale egli quasi senza alcun grave ostacolo conquistò ina per la sua dissennatezza poco dopo perdette ; allorquando fra gli atroci scherni di tutta Europa, costretto a ripassare le Alpi si vide in grandissimo pericolo di perdere la vita, o ritornare senza esercito in Francia.
      IX. Quantunque! soldati di Carlo non venissero alle mani coi popoli toscani, nondimeno in tutta quella provincia egli turbò la pace che da tanti anni ella godeva, sovvertendo gli ordini antichi e destando nuove speranze nei popoli. Già fino dai tempi del vecchio Cosimo la repubblica fiorentina preponderava sopra gli altri due comuni liberi Siena e Lucca, i quali accortisi di contrastare invano con Firenze, avevano posto in oblìo l'antica rivalità, dissimulando i rancori, e resi-
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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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