Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      stendo perfino alle maligne suggestioni degli stranieri o dei paesani raggiratori, che volevano pescare nelle acque torbe.
      Ma gli emissarii, non che la presenza di Carlo, inebriarono i cuori di nuove illusioni. Montepulciano ribellava ; i Senesi e i Lucchesi parlavano alto e ambivano di ritogliere a Firenze le terre che un tempo appartenevano agli stati loro. Nella Toscana insomma era universale scompiglio. E ve n' era uno particolare in Firenze, dove tanti anni di tirannia avevano siffattamente poste in disuso le libere istituzioni, che uomo allora vivente non sapeva dire quali fossero le consuetudini e i privilegi dell' antica libera cittadinanza. La necessità dunque di uscire da quello stato malfermo di cose e riformare il reggimento era sentita da tutte le fazioni. Tre erano in allora le fazioni che dividevano la città. La più popolare e potente era quella capitanata da frate Girolamo Savonarola, che voleva la riforma della Chiesa e dello Stato quasi li considerasse come un tutto indivisibile. La seconda componevasi di coloro che erano pur innanzi stati fautori dei Medici, e che non più sperando nel loro ritorno, volevano recare alle loro proprie mani la repubblica e reggerla con quella forma quasi monarchica. La terza fazione e la più debole era quella che, conoscendosi inetta ad amministrare lo stato, sperava nel ritorno dei Medici, e quindi faceva ogni sforzo, ma cauta, ma lenta, per seminare zizzania fra gli altri partiti perchè nessuno rimanesse vincitore. Tutti poi in strana guisa concordavano nel proporre ad esempio la repubblica di Venezia, la quale oltre di essere universalmente venerata e temuta, non era mai stata fino dal suo finale stabilimento turbata da quegli interni commovimenti che erano il peggior male onde gli altri liberi stati' della Italia sempre travagliavansi in continuo pericolo. Quei della prima fazione chiamavansi i frateschi o i piagnoni; quei della seconda gli arrabbiati o compagnacci; quelli della terza i bigi.
      Cotali erano gli umori delle fiorentine fazioni allorquando pochi giorni dopo la dipartita di Carlo Vili la signoria raunò in piazza il popolo a parlamento. Secondo che era antico costume di fare in tutte le rivoluzioni, volevasi creare una nuova balìa per riformare lo stato. I priori invece di commet-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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