Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'368
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
popolare, il quale voleva che fossero al popolo rese le elezioni , e che si formasse un gran consiglio sovrano per fare le leggi, e un consiglio minore per coadiuvare la signoria a mandarle ad esecuzione; voleva sopratutto oblio e perdono a tutti i delitti commessi $otto la dominazione dei Medici, e quindi agli esuli di qualunque fazione fosse resa la patria. Quest'ultimo desiderio era avversato da tutti coloro—ed erano moltissimi— i quali, daiMedici essendo stati arricchiti con la roba tolta agli esuli, nel ritorno di costoro vedevano la propria rovina. Nulladimeno la cosa era tanto giusta e con tanto vigore richiesta dalla potentissima parte popolare, che la oligarchia, per non lasciarsi vergognosamente vincere, si vide forzata a prendere le mosse a fine di appagare la pubblica opinione. Primamente ai due consigli che esistevano propose si creasse un consiglio sovrano da formarsi di tutti i cittadini che potessero provare il padre, l'avo e il bisavo loro avere goduto dei diritti di cittadinanza ; il quale consiglio deliberasse intorno alle leggi, e alle pubbliche gravezze da proporsi dalla Signoria dopo di averne avuto lo assenso da un altro minore consiglio di ottanta cittadini che coadiuvasse quella nell' amministrazione della cosa pubblica. La proposta fu approvata ; il consiglio fu istituito e divenne ben numeroso. Quindi fu bandito il perdono generale chiesto dal frate tribuno; quindi di li a pochi mesi, aboliti i venti accoppiatori, la potestŕ di eleggere i pubblici ufficiali fu resa al popolo. In tal modo lo stato fu riordinato secondo la forma veramente democratica con immensa soddisfazione di tutti gli amatori del vivere libero non che dello intero popolo che per la prima volta senza tumulti nč violazione delle leggi esercitava i proprii diritti. Riordinate le cose di dentro, era mestieri provvedere a quelle di fuori.
Si č detto di sopra che dopo la ribellione di Pisa tutte le terre soggette alla fiorentina repubblica erano inchinevoli a ribellare. I Pisani avevano anch' essi riformato il loro comune, o per meglio dire, creato un numeroso consiglio popolare e ritenuto le altre magistrature che i Fiorentini non avevano abolite. Posero poscia ogni studio a ridurre all'obbedienza tutte le terre e castella che un tempo componevano il territorio pi-
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