Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      sano ; e perchè i Pisani sapevano del trattato dei Fiorentini con Carlo di Francia, deputarono quattro ambasciatori a seguirlo dovunque, e far sì ch'egli non facesse loro perdere quella libertà a ricuperare la quale gli aveva spronati e soccorsi. I gentiluomini e i guerrieri del re, memori delle accoglienze ricevute in Pisa, la patrocinavano, e incitavano sempre il loro signore a non abbandonarla. Per le quali cose Carlo si trovava ondeggiante, tra la fede data ai Pisani e i patti giurati ai Fiorentini. Questi sapevano bene che ove non ricuperassero da se soli il perduto territorio della Repubblica, Carlo non li soccorrerebbe intento come era alla non lieve impresa di Napoli. Il perchè avendo assoldato capitani ed armati, nel gennaio del 1495 spedirono verso Pisa un poderoso esercito dando a Piero Capponi l'ufficio di commissario della Repubblica. Quasi senza veruno sforzo riebbero Pontedera e Bientina, e in pochi giorni, tranne due o tre castelli, riconquistarono tutto il territorio.
      X. E non erano lieti augurii per le future sorti di Pisa ; onde icittadini scrissero ai loro oratori perchè sollecitassero Carlo a soccorrere la pericolante città. Il re volle che alla presenza degli ambasciatori fiorentini dicessero le loro querele contro la signoria della Repubblica, quasi alla sua volontà volesse dare là forma di una sentenza profferita dopo una formale discussione fra le parti. Agli oratori pisani non fu malagevole impresa enumerare tutte lo miserie nelle quali li aveva gettati la tirannesca dominazione di Firenze. Il vescovo di Volterra, ch'era uno degli ambasciatori fiorentini, difese il procedere della Repubblica verso Pisa, e concluse che essa le era stata venduta con legittimo contratto dal suo legittimo signore Gabrieje Maria Visconti. Il re ondeggiante fra gli obblighi contratti propose di sospendere le ostilità fino al suo ritorno da Napoli. Ma perchè i Fiorentini dovevano della pattuita somma pagargli altri quarantamila ducati, e instavano affinchè senza indugio eseguisse il trattato, inviò a Firenze il cardinale Briscionnet. Il quale si condusse con tanta arte che persuase i Fiorentini a pagare la somma a patto che egli desse nelle loro mani la fortezza presidiata dai Francesi. Difatti si condusse a Pisa, e di lì a pochi giorni ritornò a Firenze scusandosi con dire che, non avendo


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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