Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      Fiorentini, i quali dissimulando lo sdegno e seguitando ad esortarlo perchè mandasse ad esecuzione il trattato, avevano fatti validissimi apparecchi di difesa ed offesa quasi aspettassero la venuta d'un nemico. Inoltre gli avevano già fatto intendere che il fiorentino popolo era deliberato a difendere fino all' ultimo sangue la libertà della patria, e non voleva sotto nessun pretesto consentire che Pietro dei Medici, il quale accompagnava Carlo, entrasse in città.
      Il re mandò Pietro a Lucca ; non perciò si assicurava di passare per Firenze ; ripensava alle tremende predizioni del frate e si sentiva conturbare lo spirito : per le quali cose se ne andò difilato a Pisa. I Pisani fecero nuovi sforzi per persuadere il re a rompere il trattato con Firenze, e consolidare la libertà loro. I cortigiani corsero a torme a pregarlo; gli prò (Tersero i loro averi ove dalla necessità di danaro fosse costretto ad abbandonare un popolo che implorava giustizia. A tanto spettacolo ei divenne più che prima ondeggiante, e senza dare nuove assicuranze ai Pisani, fece sapere agli oratori fiorentini che da Lucca andassero ad aspettarlo in Asti.
      Non ispetta a noi raccontare le strane e infinite vicissitudini incontrate dal nuovo conquistatore di Napoli, il quale a stento potè salvarsi dalle armi della lega e rientrare quasi fuggente nel suo reame di Francia. Fatto è che la sua venuta non che la sua rapida dipartita pose in Italia nuovi germi di futuri danni. Coi Fiorentini sdebitavasi da re grande ed esperto nel suo ladronesco mestiere vendendo le fortezze ai nemici di quelli ; i quali a dispetto delle assicurazioni, rivelazioni e va-ticinii del loro tribuno in tonaca, dovettero persuadersi che per ricuperare il perduto territorio, per rifare lo Stato, per tutelare le pubbliche libertà, era mestieri confidare in se soli. Ma era giunto anche per frate Girolamo il giorno della sventura.
      XIV. Mentre, dopo la partenza dei Francesi, nuove complicazioni di guerra erano sorte in Italia, Pietro de' Medici, seguendo le antiche arti dei suoi, teneva secrete pratiche con coloro che erano addetti alla sua fazione o non l'avversavano. E'pare che taluni lo inanimassero a tentare una impresa contro la città, mentre un suo amico che aveva nome Bernardo del Nero, trovavasi gonfaloniere nella primavera del 1497.
      Storia dei Comuni italiani. — 2. 52


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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