Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
rosità evangelica, non aveva per anche passato il quarantesimosesto degli anni suoi, e un soffio d'aura seconda lo avrebbe potuto ricondurre in alto e renderlo più formidabile : frate Girolamo non doveva più vivere.
XVI. Francesco della Puglia per avacciare lo scioglimento della ostinatissima lotta, un dì dal pergamo di Santa Croce sfidò voler provare la verità della propria dottrina e la falsità di quella dell'avversario sperimentando la prova del fuoco, cioè passando fra mezzo a un rogo ardente. Il Savonarola, quando gli fu riferita la disfida del francescano fatta in pubblico, ripugnava ad accettarla perchè temeva di qualche inganno. Non così il suo discepolo Domenico da Pescia, il quale credendo fermamente che Dio lo avesse a salvare in una prova fatta a gloria della vera fede cristiana, supplicò ardentemente il maestro gli concedesse di cimentarsi in vece di lui. 11 popolo approvava, il popolo fiorentino che in quel fatto, quando anche la religione non vantaggiasse, vedeva uno spettacolo tale da appagare la sua insaziabile sete per le pubbliche feste ! Non era possibile ricusare ; la disfida fu accettata. Cominciarono a stabilirsene i patti e farsene gli apparecchi. Seguirono poi tra le fraterie e la popolazione che era divisa in due falangi, alterchi e contrasti lunghi ed accaniti. Finalmente i dieci cittadini che da ambi i partiti erano stati eletti a regolare la ceremonia, deliberarono che lo spettacolo si farebbe il dì 7 aprile 1498 nella piazza della Signoria ; dove era da erigersi un palco alto cinque piedi, largo dieci, e lungo ottanta con sopra cataste di legno, frasche e fascine, tra cui aprivasi un viale largo due piedi sul quale dovevano passare i due frati.
Già la piazza era affollata di gente ivi accorsa non solo da tutta Firenze, ma da ogni angolo del territorio della repubblica ; i tetti delle case circostanti erano gremiti di spettatori. I francescani stavano di fronte ai domenicani sotto la Loggia de'Lanzi dalla quale dovevano muovere frate Francesco e frate Domenico. E perchè questi voleva seco recare l'ostia santa, e l'altro si opponeva, nacque un fiero alterco che durò più ore; quando ecco rovesciare una dirottissima pioggia e porre lo scompiglio fra il ragunato popolo, il quale credendosi ingannato come ebbe udito la signoria annunziare che lo spet-
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