Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO NO.NO.
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tacolo non si farebbe altrimenti, cominciò a disperdersi e insultare i frati e più il Savonarola che insieme coi suoi fece ritorno al proprio convento.
Girolamo Savonarola appena giunse alla sua chiesa salì sul pergamo e alla raunata folla raccontò ciò che era seguito. 11 dì dopo tornò a predicare, e sebbene la chiesa fosse piena di suoi fautori, nondimeno le parole sue e la unzione con che le disse erano assai debole espediente a fermare lo accrescersi dei danni prodotti il giorno precedente. I suoi nemici giovandosi dell' universale malcontento seguitavano a vituperarlo irridendolo come impostore e falso profeta ; era la settimana santa ; il duomo affollato di popolo ; alcuni dei libertini gridando all' armi si trassero dietro una masnada di plebei ed assaltarono il convento di san Marco. La gente che lì trova-vasi per assistere agli ufficii divini si provò di resistere agli aggressori, chiudendo le porte; ma era inerme, e poco dopo fu costretta a cedere e lasciare che i libertini mettessero le mani addosso al Savonarola, ai frati Domenico da Pescia e Silvestro Maruffi, e li trascinassero alle prigioni. Il fatto di san Marco invece di mansuefare il popolo, viernaggiormente lo inasprì fino alla insania. Tutti gridavano vendetta, e correvano alla caccia dei piagnoni. Francesco Valori, che poteva dirsi il capo secolare della fazione, fu preso e trucidato, e con esso la moglie che da una finestra implorava misericordia; gli furono saccheggiate e arse le case. Sorte simigliarne toccò ai più cospicui seguaci del frate. Coloro dei priori che erano favorevoli al Savonarola non osarono mostrarsi ; i nemici a lui che formavano due terzi della Signoria, togliendo pretesto da quel commovimento, agli Otto che erano in ufficio sostituirono nuovi magistrati avversi al frate. L'ora fatale per lo sventurato profeta era giunta. Ormai a lui altro non rimaneva che nobilmente morire. Ma le atrocità delle quali in quei tempi armavasi la giustizia umana non sempre consentivano che un uomo di alto animo morisse da forte. E sventuratamente il Savonarola, il quale con più che mortale intrepidezza affrontava la collera de'principi e dei papi, negli ultimi suoi giorni perde la consueta fortezza dell'animo. Come fu chiuso in ristretto carcere, i suoi nemici spedirono in gran fretta un
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