Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'382
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
nanzi il dì in cui venne eseguita la sentenza, fu oltremodo tempestoso; un mese di prigionia del Savonarola era stato bastevole ad abbonacciare gli umori de'meno feroci fra'suoi avversari. Discutevano intorno al modo più convenevole di uscire da quel ginepraio ; allorquando nel consesso si udì la voce di un uomo, il quale dimostrando le difficoltà in che trovavasi la repubblica, con Pisa ribelle, con altre città soggette che minacciavano di muoversi, abbandonata da Francia, non anche accolta dalla lega italica, concluse essere gravissimo errore irritare il papa, e però essere necessario compiacerlo dacché un frate di più o di meno nulla poteva importare alla salute della patria.
Frate Girolamo Savonarola insieme con Domenico Buon-vicini da Pescia e Silvestro Maruffi suoi confratelli furono il dì 23 maggio arsi nella piazza della Signoria; la quale con tutto il suo rigore non potè impedire che il popolo raccogliesse le ceneri di quei tre religiosi e le venerasse come reliquie di santi.
XVIII. Quarantatrè giorni prima del Savonarola, il messo celeste da lui prima predicato come liberatore della Italia e riformatore della Chiesa e poi rimproverato come infingardo e spergiuro, compariva dinanzi al tribunale di Dio. Gli succedeva al trono di Francia il duca d'Orléans, che si chiamò Luigi XII, quel desso che era signore della città di Asti, e che poco innanzi aveva mosse le ostilità contro il milanese. Pretesto a tali aggressioni erano i diritti di Valentina Visconti sua avola, a rivendicare i quali Carlo Vili non a.veva voluto aiutarlo. Ma adesso che era sovrano della Francia egli apertamente diceva volere con tutte le sue forze riconquistare quegli Stati di cui aveva già assunto i titoli; dacché egli faceva chiamarsi duca di Milano e re delle due Sicilie e di Gerusalemme. Ed ecco una nuova cagione di guerra la quale più che negli anni precedenti sconvolse e devastò l'Italia. Noi non ci fermeremo punto a raccontarla, imperciocché le vicissitudini dei liberi Comuni in questo conflitto di principi domestici e forestieri spariscono quasi. La guerra di Pisa continuava ora lenta ora gagliarda, ma senza porgere speranza ai Pisani di assicurarsi dalla signoria di Firenze, ai Fiorentini di ridurre
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