Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
\LIBRO NO.NO. 383
ad obbedienza i ribelli. La fomentavano e avevano interesse a non farla cessare il duca di Milano, il re di Francia, i Veneziani, chi per voglia di dominarla, chi per desiderio d'indebolire ed opprimere la repubblica fiorentina. Le cose insomma si erano in modo assai peggiore arruffate. E la pena scese terribile sopra colui che primo aveva chiamati gli stranieri alla penisola, e gli aveva assuefatti a passare le Alpi. Le armi francesi di nuovo irrompono su la Italia, invadono il territorio milanese,costringono Lodovico il Moro a fuggire, e s'insignoriscono di quella che chiamavano eredità dei Visconti. Lodovico, dopo avere invano sollecitato il soccorso di tutti gli stati italiani e de'principi che erano immischiati nelle cose d'Italia, fugge in Germania, si affida allo sleale Massimiliano, ne ottiene promesse ma non aiuti; assolda a proprie spese un esercito, ritorna a Milano, e la riconquista. Quindi è di nuovo aggredito; fugge, guerreggia, e dagli Svizzeri militanti al suo soldo è consegnato ai Francesi. Luigi XII fa prigionieri tutti i discendenti della famiglia del grande capitano Francesco Sforza, che era stato sempre fido alleato della Francia. Lodovico il Moro senza potere ottenere la grazia di essere condotto al cospetto del re, fu mandato in Francia, e tenuto per dieci anni nella fortezza di Loches, dove miseramente chiuse i suoi giorni. E in tal guisa si spense la nuova dinastia sforzesca; e il ducato di Milano divenne subietto di lunghe e sanguinose contese tra i due maggiori potentati d'Europa, la Francia e la Spagna.
XIX. Duranti queste contese, anzi mentre i campioni si apparecchiavano alla imminente lotta, precipuo sconvolgitore d'Italia fu Cesare Borgia. Il padre, che lo aveva creato cardinale e arcivescovo di Valenza in Ispagna, un dì gli fece in solenne concistoro deporre la porpora, e con inaudito scandalo, quasi desse di frego agli ordini sacri che per domma della Chiesa cattolica romana erano indelebili, lo dichiarò principe secolare. Il giovine che era di efferata indole ambendo a crearsi in Italia un principato grande e potente, sconvolse gli Stati pontificii, spodestò vari tiranni, ne spense le famiglie, e faceva pensiero di ridurre sotto il suo giogo i liberi Comuni della Toscana. Firenze, Siena, Lucca, schermironsi, ma sempre sta-
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