Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      buni per amore di concordia si dissero pronti a lasciare rimpatriare Lodovico del Fiesco, a patto che i suoi feudi fossero soggetti alle leggi e ai magistrati del Comune. Ed era sommamente necessaria cosiffatta condizione, imperocché i castelli dei signori genovesi a quei tempi erano doventati nidi di ladroni, protetti, accolti e spesso capitanati dal feudatario. Difatti da parecchio tempo i Genovesi ricevevano inquietudine da Luciano Grimaldi, il quale, essendosi insignorito di Monaco lungo la riviera di ponente, vi manteneva una masnada di corsari coi quali turbava il traffico dei cittadini. I tribuni, appena eletti, spedirono non poche forze di terra e di mare per espugnare Monaco. Ma questi erano inutili argomenti pel Raven-stein, il quale voleva che fosse ciecamente eseguito il comando del re, cioè che si rendessero a Lodovico del Fiesco i feudi, e che egli li reggesse secondo il diritto feudale; perocché un nobile francese non sapeva intendere il significato di un feudo soggetto alle libere leggi ed a'iiberi magistrati d'una repubblica. Per altro egli aveva fatto sembiante di accogliere ed approvare le richieste del popolo soltanto a fine di abbonacciarlo: vedendolo invece persistere non solo, ma sempre intento a cercare e fare rivivere le ormai disusate consuetudini della repubblica, acceso di sdegno, si parti da Genova. E se anco fosse egli stato di buona fede, non avrebbe potuto lungamente durare, perciocché Luigi XII, adesso libero d'ogni sospetto per la morte del re di Castiglia, era deliberato a restaurare nella sua integrità l'autorità regia, e se fosse d'uopo, severamente punire la ribelle Genova. Divisò quindi di andarvi da sè accompagnato dal suo esercito, e intanto fece comandamento a coloro che per lui la governavano di trattarla come città nemica. Il comandante del Castelletto imprigionò proditoriamente una folla di cittadini accorsi ad una chiesa, e li condannò a pagare una taglia di diecimila fiorini; e nel tempo stesso cominciò a molestare il popolo lanciando bombe contro la terra. Il signore di Chaumont che governava in assenza del Ravenstein vietò ogni traffico coi Lombardi.
      Non invano i Genovesi avevano chiesto aiuto, consiglio e protezione al papa Giulio II, loro concittadino. Il fiero Savonese aveva scritto al re di Francia, e vedendo spregiate le
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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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