Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO NO.NO.
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starsi sicuro e tranquillo sull' altrui fede: oltredichò la pace pareva una perdita di tempo all' avidità che sfrontatamente inostravasi di arricchire sè a danno degli altri. Lo stato sul quale tenevano fitti gli occhi tutti i principi stranieri non che i tirannucci italiani era la repubblica di Venezia, la quale facendosi ognora più potente, pareva promettere vita lunghissima, ed era quindi un perpetuo insulto a quei potentati che facendo sempre più sparire dalle loro costituzioni le libertà costituzionali del medio evo, tendevano a rendere più assoluto il potere regio. Luigi XII, Massimiliano imperatore e papa Giulio avevano fino dal 1501 ragionato di spogliare Venezia e dividersene tra loro le spoglie. Il gran disegno non fu mandato ad effetto per la gelosia che 1' uno aveva dell' altro; ma quattro anni dopo Massimiliano, avendo avuto nuovi argomenti di sdegno contro la superba repubblica, pensò da senno a vendicarsene, e più che in altri pose fiducia nel re di Francia da lui fino allora grandemente abborrito.
Luigi e Massimiliano a fine d'intendersi tra loro sopra cotesto solenne negozio mandarono i loro plenipotenziarii, l'uno il cardinale d'Amboise, l'altro la propria figlia Margherita d'Austria, donna d'animo virile ed astutissima, a Cambrai sotto pretesto di trattare la pace col duca di Gheldria, con cui Io imperatore era in guerra, e che la Francia proteggeva. Il cardinale e la principessa non chiamarono a parte de'loro colloquiinè gli ambasciatori del re di Spagna, nè il nunzio del papa, e fra loro stabilirono i patti di un trattato per dividersi gli stati della veneta repubblica. Il trattato fu sottoscritto nel mese di dicembre 1508. 1 due sovrani invitavano tutti gli altri principi ad accedere a questa che essi chiamavano lega, essendo sicuri che nessuno di coloro che avevano peculiare interesse alla rovina di Venezia ricuserebbero di farlo. Dicevano i collegati che, a richiesta di papa Giulio, lo imperatore e il re di Francia, apparecchiandosi a guerreggiare contro i Turchi, erano deliberati di far cessare i danni che i Veneziani avevano recato alla Santa Sede, all' imperatore, al duca di Milano, al re di Napoli e ad altri principi, e quindi stimavano necessario anzi tutto far trionfare la giustizia con la forza delle armi costringendo la sleale repubblica
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