Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'398
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
modo non si persero d'animo. Appena giunse in Roma la nuova dei primi fatti d'arme, il santissimo padre dei fedeli, secondo era convenuto, sul cadere d'aprile 1509 fulminò la scomunica contro la veneta repubblica. L' accusava di avere rapite alla Chiesa tutte le terre da essa possedute in Romagna ; dichiarava la repubblica incorsa quaranta anni innanzi nella scomunica comminata nell' annua bolla In coma domini. L'accusava di essersi empiamente intromessa nella ecclesiastica giurisdizione; di avere dato asilo ai Benlivoglio scomunicati dal papa allorché li cacciò da Bologna. Nulladimeno volendo sperimentare la misericordia innanzi di ricorrere alla spada della giustizia dava al veneto senato tempo ventiquattro giorni per riparare al mal fatto, cominciando dal rendere alla Chiesa tutto ciò che le era stato tolto, aggiuntivi i frutti ricavati dalle terre durante il tempo della usurpazione. Qualora si mostrassero contumaci, il papa sottoponeva all' interdetto Venezia con tutto il suo territorio, e parimente qual si fosse luogo che desse asilo a qualche cittadino o suddito della repubblica; dichiarava i Veneziani nemici di Cristo, e quindi ingiungeva a tutti i cristiani di assalirli, spogliarli, prenderli e venderli come schiavi : in somma il papa versava a piene mani sopra quella innocente repubblica tutto il tesoro delle maledizioni inventate in nome della santissima religione da' gloriosi suoi predecessori. Ma aveva da fare con uomini d' alto senno e d'altero animo e da lungo tempo assuefatti a ridersi dei fulmini che per cagioni mondane i papi lanciavano contro i battezzati.
Intanto in tutto il territorio veneto ardeva ferocissima la guerra. Le città cedevano l'una dopo l'altra al vincitore ; la fortuna si mostrava crudelissima ai Veneziani, i quali si trovarono ridotti agli estremi. Contenti di perire sotto le rovine della città loro più presto che venire agli accordi col re di Francia che era stato verso loro perfidissimo, mancando loro ogni altro espediente, inviarono oratori a Massimiliano per implorare mercè ed oflrirgli anche tutti i loro possedimenti di terra ferma ; mentre altri ambasciatori spediti a Roma e i cardinali veneziani supplicavano il pontefice a levare lo interdetto.
Massimiliano non volle accettare l'offerta senza averne il
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