Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      '402
      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      Ài Francesi che se ne andavano dalla Italia toccò la sorte di chi un tempo sia stato padrone e improvvisamente lasci il posto ad altri. Furono esecrati come ladroni ed oppressori, mentre, a dir vero, erano meno cupidi e crudeli e brutali de'Tedeschi, degli Spagnuoli e degli Svizzeri che ormai spadroneggiavano da conquistatori; e il vocabolo conquistatore nella storia di quei tempi è sinonimo di flagello. Difatti noi posteri proviamo grandissimo ribrezzo nel leggere le atrocità commesse in ispecie dagli spagnuoli soldati, i quali inventavano nuovi tormenti e martoriavano i vinti senza riguardo a innocenza, a grado, ad età affinchè questi rivelassero se e dove avessero nascosto i loro tesori.
      Per tale rovescio di fortuna gli alleati della Francia tro-varonsi caduti in gravissimo pericolo, e pensarono a provvedere alla propria salute. Primo tra tutti Alfonso d'Este corse a Roma, cadde ai piedi di Giulio II e con abbiette lacrime e con abbiettissime parole si chiamò reo verso il Vicario di Gesù Cristo e verso la Santa Sede Apostolica, promise di non più peccare. Tra i più acerbi rimproveri il pontefice che godeva di vederlo come rettile divincolarsi ai piedi del trono pontificio, lo prosciolse dall' interdetto, ma fece pensiero di giovarsi del suo avvilimento per ispogliarlo. Deputò sei cardinali per concludere un trattato di pace con Alfonso, al quale dissero che il pontefice aveva intendimento di recare sotto la diretta dominazione della Santa Sede la città di Ferrara, ed offrivagli in compensazione Asti eh' egli voleva farsi consegnare dagli alleati. Il duca ne rimase atterrito, voleva subitamente tornarsene a Ferrara ; e se non erano Io ambasciatore spagnuolo e i Colonna, sotto la cui fede egli era venuto in Roma e che dopo d'avere protestato Io condussero fuori le porte, Giulio II lo avrebbe a viva forza ritenuto e fatto capitar male. Gli altri collegati cominciavano già a manifestare le loro secrete intenzioni ; lo imperatore voleva togliere non solo il territorio ai Veneziani, ma ben anche il ducato al suo cugino Massimiliano Sforza che la lega erasi obbligata a rialzare sul paterno trono. Lo proteggevano gli Svizzeri che erano in possesso della Lombardia. La discordia era entrata in seno alla lega ; se ne prevedeva prossimo lo scioglimento ; nondimeno


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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