Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'404
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
i collegati ricavare maggior somma da lui arbitro della repubblica, più presto che da un governo popolare, che anco volendo non avrebbe potuto raccoglierla senza gravi difficoltà e lentamente, vinse la lite. Nulladimeno perché il.tempo stringeva, Massimiliano e il Cardona, che alle promesse de'Medici anteponevano la pronta offerta de' Fiorentini, dissero nuovamente all'ambasciatore che ove la repubblica pagasse subito quarantamila fiorini-, rimarrebbe salva. Vittore Soderini spese troppe parole a difendere la patria, e invece di accettare tostamente la proposta, indugiò tanto che non fu più tempo, imperocché
10 esercito spagnuolo si era mosso e conduceva il cardinale Giovanni dei Medici a Firenze.
Raimondo di Cardona come fu giunto a Barberino, terra a quindici miglia da Firenze, spedì un messo per riferire ai Fiorentini che le armi della Santa Lega non venivano per attentare alla libertà o danneggiare il territorio della repubblica , ma per deporre il gonfaloniere e rimettere i Medici in patria non come principi, ma coinè semplici cittadini. Ed era la vecchia ipocrisia che usano i tiranni o i loro agenti per trappolare i popoli o tradirli. Pietro Soderini, che era sincero ma tiepido amatore della libertà e d'indole moderata fino alla pusillanimità, ragunato il gran Consiglio, riferì l'ambasciata del Cardona, si disse pronto per la salute della patria non solo a deporre lo ufficio, ma a dare la roba e la vita; li esortò a deliberare senza riguardi intorno al da farsi. Il Consiglio dopo lunga deliberazione dichiarò concedere che i Medici rimpatriassero a patto che il Soderini rimanesse gonfaloniere, e non si facesse mutamento nel governo e negli statuti della repubblica.
Le discussioni intorno a un negozio di sì grave momento continuarono alcuni giorni, e intanto il Cardona aveva arden-tissima sete di pecunia per provvedere ai bisogni de' suoi soldati. Era già arrivato sotto le mura di Prato, città a poche miglia da Firenze, e difesa da Luca Savelli che aveva sotto
11 suo comando cento uomini d'arme e duemila militi dell'ordinanza. Gli Spagnuoli erano pochi e altra artiglieria non avevano che duo cannoni. Cominciarono a percuotere le mura, aprirono una breccia, di notte tempo vi salirono su; e mara-
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