Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'408
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
menavano vanto di avere rimessi i Medici in istato; augura-vansi duraturo e perpetuo l'ordinamento nato dal ritorno dei loro padroni. E per alcuni anni parve loro arridere la fortuna che procedeva prosperevole a quella turpe genìa di serpenti.
XXIX. Giulio II, comecché avesse astio alla repubblica fiorentina e per non avere voluto accedere alla Santa Lega, e più per non essersi opposta al concilio di Pisa, non desiderava che i Medici in Firenze stabilissero la tirannide. Difatti aveva aspramente biasimato il contegno del cardinale Giovanni, il quale aveva fatto il suo ingresso in Firenze più presto da principe conquistatore che da legato della Santa Sede. Egli aveva secreti disegni intorno ai comuni della Toscana ; intendeva, dopo di essersi impossessato di Ferrara, stendere le mani sopra Siena per farne un presente al suo nipote ; e a tal fine aveva pattuito di pagare a Massimiliano non so che somma perchè gli cedesse i diritti dello impero sopra quella libera città. Si erano appena posatele armi allorquando,mentre egli minacciava delle ecclesiastiche censure coloro che mo-stravansi perplessi a firmare la pace, arruffava nuovamente le cose, e spargeva da per tutto le faville di più ingenti guerre. Non pare che fidasse in nessuno degli stranieri, ma intendeva ingannarli a vicenda fino a cacciarli tutti fuori d'Italia. Avendo sperimentati gli Svizzeri valorosi e devoti alla Santa Sede, in essi soli aveva posta cieca fiducia, e voleva costituirli sulle Alpi come guardiani della indipendenza della penisola. Forse il desiderio era lodevole, ma rispetto ai risultamenti della sua politica ei forte ingannavasi, e la posterità meritamente lui chiama cagione delle guerre che desolarono la Italia, durante il suo non lungo pontificato, e la resero per lo avvenire impotente a rialzarsi e far fronte agli stranieri. La morte lo tolse via dai viventi mentre egli era più ardente e infervorato nella esecuzione de'suoi disegni, il dì 21 di febbraio 1513.
La Italia ne accolse con estrema letizia la nuova; i cardinali ne fecero pubblica esultanza, e pensavano ad eleggere un papa che abborrisse dalla guerra ed amasse gli ozii della pace. Undici giorni dopo la morte di Giulio II, i cardinali si chiusero in conclave. Due giorni appresso vi giunse da Firenze il cardinale Giovanni dei Medici. E perchè nel sacro collegio
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