Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'410
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
Agostino Capponi fu mozza la testa. Gli altri furono mandati a confino in varii luoghi. Leone X comandò che tutti fossero liberati; volle anche che fossero richiamati alla patria coloro che per innanzi ne erano stati banditi ; ribenedisse e rese gli averi e gli onori a tutti i Soderini. S'intromise in un litigio sorto tra i Fiorentini e i Lucchesi per cagione di certe terre pretese da entrambi. Questi atti, strani pur troppo e non supponibili in lui cardinale, parvero segni di maggiori beneficii che la patria da lui pontefice poteva aspettarsi.
Leone X ascese sul trono con intendimenti affatto diversi da quelli del suo predecessore. Questi era parco fino all'avarizia e alla sordidezza, non per semplice cupidigia di far tesoro, ma per giovarsene come mezzo potentissimo a condurre le guerre; quegli era oltremodo prodigo e scialacquatore per istudio di regio fasto; entrambi erano ambiziosissimi, ma supremo pensiero di Giulio era lo ingrandimento degli Stati della Chiesa, mentre Leone voleva spogliare la Santa Sede non che gli altri principi italiani a beneficio della propria famiglia. Era quindi in lui tale un impasto di vanità principesca e di ambizione che ei si gettò ciecamente in un mare di vicissitudini, le quali lo fecero giudicare leggiero e quasi insano, e tornarono disastrosissime alla Chiesa.
Tratti dalla fama della sua liberalità e magnificenza, gl'ingegni più cospicui da ogni angolo della penisola a lui corsero; ed egli che nelle feste della sua incoronazione aveva speso cento e più mila fiorini del tesoro raccolto da papa Giulio, a piene mani profuse doni e provvisioni ai primi venuti e consolò gli altri con liete promesse, I palazzi papali mutarono aspetto; alla severità della famiglia di Giulio successe il fasto più che imperatorio di Leone, il quale, come i letterati andavano predicando, faceva rivivere nella antica capitale del mondo la beata e gloriosa età di Augusto. E quell'anime vendute gli ricinsero il capo di tale splendida aureola, che gli occhi delle susseguenti generazioni rimanendone abbagliati, non seppero raffigurare nelle vere sembianze lui che fu cagione di grandissimi mali alla Italia non meno che alla fede di Cristo. Egli ò vero che fino dalla invasione di Carlo Vili la funesta sementa della guerra era sparsa per tutta la penisola, e vi
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