Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      aveva ricuperato quasi tutto il suo territorio. I collegati, stanchi e impotenti a combattere, e per altro non vedendo come potessero riuscire a bene per le nuove complicanze politiche che erano poi sorte tra loro, avevano sul cadere del 1516 conclusa la pace. Solo Massimiliano d1 Austria mostravasi caparbio e ostinatissimo, ma alfine dovette cedere, e il dì 4 di dicembre sottoscrisse anch'egli il trattato di Noyon; e così vendeva per una grossa somma di danaro ai Veneziani la città di Verona. Venezia adunque ricuperava tutte le sue città di terraferma, meno che certe terre di Romagna cedute e rimaste alla Chiesa.
      Come fu pubblicata la pace, il popolo esultante trasse in folla dietro al doge e al senato che recaronsi al tempio di San Marco per rendere grazie allo Altissimo di averli liberati da un pericolò dal quale per lungo tempo avevano disperato di uscire. Primo e precipuo pensiero del senato di Venezia fu quello di riparare ai danni materiali della guerra. A tal fine deputò due commissarii perchè visitassero tutte le città, terre e castella, consolassero i miseri abitanti e gli raffermassero nella divozione verso la repubblica che da madre affettuosis-sima intendeva provvedere ai loro bisogni. Andrea Gritti e Giorgio Cornaro eseguirono con tanto senno la commissione che tutti i giorni si vedevano arrivare dai municipii dello Stato oratori a congratularsi con la repubblica e rigiurarle fedeltà. Se non che le benefiche intenzioni del veneto governo non bastavano a guarire le ferite che sanguinavano sempre per tutta la repubblica, e come prima renderla grande e potente. Il tesoro non solo era esausto, ma non trovava espediente a rifarsi, imperciocché le ingenti e quasi incredibili somme che la guerra era costata, avevano indotto il senato non solo ad ipotecare per molti anni da venire le pubbliche entrale, ma a vendere gli ufficii al maggior offerente. Per la qual cosa lo Stato non si trovò mai quanto al finire di quella guerra, ingombro di ufficiali immeritevoli degl'impieghi. Inoltre il traffico che ne'secoli antecedenti era stato il principale fondamento della ricchezza e potenza di Venezia aveva subito gravissime vicende. La guerra aveva disertato o distrutto tutti gli opificii della città; i campi già isteriliti difettavano di col-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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