Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO NO.NO.
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tiratori. La conquista dell'Egitto fatta dallo imperatore dei Turchi, togliendo ai mercatanti veneti il monopolio delle Indie, aveva quasi annientate le loro fattorie. D'altra parte i Portoghesi pel capo di Buona Speranza si erano aperta un' altra più spedita via al remoto Oriente; e s'erano resi fornitori a tutta l'Europa di quelle mercanzie delle quali i Veneziani negli ultimi anni solevano condurre il traffico. Venezia in somma alla fine di quella guerra si trovò siffattamente danneggiata da non badare ad altro in futuro che a rafforzare le sue membra infiacchite, non per far fronte come nei trascorsi tempi ai più grandi potentati d'Europa, ma per vivere a sé e prolungare la propria esistenza.
XXXII. Ben diverse erano le condizioni di Firenze. Disperando di ricuperare la perduta libertà finché Leone X rimanesse sul seggio pontificale, non osava muoversi e s'era abbandonata in braccio alla sorte. I Medici, sebbene non osassero assumere un titolo principesco, la trattavano da principi; essi regnavano assoluti più che Cosimo e Lorenzo loro antenati. Il pensiero del papa era a tutti manifesto. Aveva imparentata la sua famiglia alla casa reale di Francia facendo che il suo fratello Giuliano sposasse una principessa di Savoia sorella della madre di Francesco I, il quale gli aveva conferito il titolo di Duca di Nemours. Ma la morte che non molto tempo dopo lo colse, distrusse i disegni del pontefice, il quale con l'animo tutto rivolto a Lorenzo figlio di Pietro de' Medici, volle giovarsi della pace per cominciare a favore di quel nepote le espoliazioni di coloro verso i quali aveva debito di gratitudine.
Uno de' più fedeli alleati della Chiesa era il duca d'Urbino nipote di Giulio II. Aveva ospitati i Medici nel loro esilio, e li aveva con tanto generose accoglienze trattati che Giuliano de' Medici finche visse non volle mai assentire che il papa attentasse al ducato d'Urbino. Ma adesso che Giuliano era morto, Lorenzo il quale ambiva per sè quello Stato, istigante la orgogliosa madre sua Alfonsina Orsini, mosse il pontefice contro il duca. Leone in pieno concistoro pubblicò un monitorio col quale accusava di varii delitti e privava del ducato Francesco Maria della Rovere, e commetteva a Lorenzo de'Medici la esecuzione della sentenza. Francesco Maria appena seppe che un
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