Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NONO.
      in guisa da fargli riepilogare il racconto della congiura. Questo colloquio fu udito da Antonio di Leiva fatto dal Pescara nascondere nella stessa stanza. 11 Moroni si accomiatava soddisfattissimo dal marchese, allorquando all'uscire di camera fu preso e condotto al castello di Pavia. Ivi poco tempo dopo si vide trascinato al cospetto del Pescara, il quale disse avere finto di mostrarsi complice per indagare i più riposti pensieri dei congiurati. Con questo zelo di spia e di birro voleva gratificarsi l'imperatore, dal quale sperava ricevere la investitura del ducato milanese. Ma poco di poi mori infame e maledetto dagli Italiani ; i quali sentirono nuovi timori allorché videro lo erede degli Sforza, fino allora protetto dagli Spa-gnuoli,spogliato dei suoi Stati nei quali Carlo V ormai faceva da assoluto padrone,
      XXXV. In Francia, poco tempo innanzi, la scoperta di una congiura aveva costretto ad esulare non pochi gentiluomini, fra'quali principalissimo era un parente del re, cioè Carlo duca di Borbone. Questo principe, sottrattosi con astuta fuga alla meritata pena, era stato bene accolto nello esercito imperiale ed annoverato fra i capitani che militavano in Lombardia contro la Francia. Nella battaglia di Pavia ebbe la vigliacca soddisfazione di vedere il re da lui tradito, rimaner prigioniero degl'Imperiali.Per quanto eroismo egli mostrasse nqi combattimenti, era da'suoi commilitoni spregiato come traditore, e quasi a liberarsi dal perenne strazio dei rimorsi anelava di correre dove la guerra ferveva più feroce. Dalla Lombardia, già caduta sotto la dominazione degl' imperiali, la guerra era scesa nelle contrade meridionali della penisola, cioè negli Stati del papa e nel regno di Napoli. Innanzi che il Pescara morisse, il Borbone erasi mosso col suo'esercito verso Iloma e verso Napoli minacciato dalle armi del re di Francia e del papa. Cammino facendo gli Spagnuoli e i Tedeschi del suo esercito perchè non erano pagati tumultuavano, ed egli era costretto a permettere che orrendamente saccheggiassero le terre e i villaggi dove s'imbattevano. Essendo perplesso intorno alla via da tenere, aveva posto gli accampamenti tra Ferrara e Bologna da dove cominciò a minacciare la repubblica di Firenze e il Papa. Clemente VII, che dalla lega eraS(or/a tlci Comuni italiani. — 2. 56


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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