Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'422
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
stato lasciato solo nelle péste, dopo di avere per tre mesi sostenuto tutto il peso della guerra, aveva chiesta e ottenuta una tregua dal viceré di Napoli. Il quale perchè aveva assentito di buona fede all'accordo, si era posto in cammino per persuadere il Borbone, offrendogli danari per pagare le sue irrefrenate soldatesche. Ma giunto a Firenze, non ebbe animo di andare innanzi, imperocché quell' ebbre masnade gridavano chiedendo il sacco di Firenze e di Roma. Firenze si riscattò dalla invasione ; e il papa, appena saputolo, quasi fosse aceie-eato dal suo destino, licenziò i soldati per non saper trovare più espedienti a pagarli. I Fiorentini, come seppero che il Borbone apparecchiavasi a passare gli Appennini, chiesero lo armi. E gli stessi partigiani della oligarchia medicea non sapevano biasimare una dimanda fatta eoi fine di difendere la patria minacciata dai nemici e dagli amici ; imperocché era barbara costumanza degli eserciti non conoscere freno nè leggi in quegli Stati che essi erano chiamati a tutelare. E già lo esercito della lega era aspettato dall'Ancisa, terra a poche miglia da Firenze. La signoria adunque promise le armi al popolo; se non che vedendolo insistere con un grandissimo ardore che pareva tripudio, tentennava a mantenere la promessa. I duo giovanetti bastardi erano sotto la tutela de'cardinali Passerini, Cibo e Ridolfi. Costoro per porli in sicuro divisavano condurli fuori di Firenze. Presero il pretesto di andare a visitare i capitani dell'esercito della lega. Il popolo a questo fatto si levò in tumulto; i più animosi corsero alla piazza de'Signori gridando : popolo e libertà. Luigi Guicciardini che era Gonfaloniere fu costretto ad ordinare che tutti gli accusati di delitti di Stato venissero assoluti, a dichiarare ribelli i Medici, a riformare il reggimento quale era ai tempi del gonfalonierato di Pietro Soderini. Ma il popolo si era talmente sfrenato che quei cospicui cittadini i quali capitanavano il rivolgimento ne furono atterriti pensando al danno che ne verrebbe alla città se Io esercito della lega fosse costretto a ricondurre i Medici in Firenze. Per lo che, interpostosi il Gonfaloniere, il palazzo fu reso ai Medici, i quali promisero non incolpare nè punire nessuno de' suscitatori della popolare sommossa.
XXXVI. Intanto il duca di Borbone dai contorni d'Arezzo
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