Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO NO.NO.
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procedeva a gran giornale verso Roma. Ei si trovò sotto alle mura innanzi che il papa potesse provvedere alla difesa. Mandò un trombetto a intimare la resa della città; ma Clemente, non ostante che conoscesse lo errore di avere licenziate le truppe, inanimito dal Signore di Bellay gentiluomo francese che insieme con Renzo di Ceri Orsini difendeva Roma, rimandò indietro sdegnosamente il trombetto e non volle ascoltare ne minacce né patti. Era il dì 6 di maggio 1527. Fu dato il segno dell' assalto; il Borbone per inanimire i suoi soldati, presa una scala, saliva su le mura allorquando fu mortalmente ferito da un colpo di archibugio. Comandò che lo coprissero col mantello per nascondere la sua morte ai soldati e spirò, mentre lo esercito seguitava lo assalto. I quartieri della città furono presi. Gli assalitori erano quarantamila, genti facinorose che nella infelice città commisero le più orribili scelleratezze di cui facciano ricordo le storie. Il racconto che un antenato di Napoleone Buonaparte ha fatto del famoso sacco di Roma, dopo tanti e tanti anni fa gelare di orrore il cuore di chi lo legge. Lo stesso cardinale Pompeo Colonna, che era stato cagione di tanta sciagura alla patria sua, rientrandovi per godere dell' umiliazione del papa suo nemico, ne fu così commosso che aperse generosamente la sua casa e i suoi tesori per consolare tutti gli sciagurati che a lui si rivolgevano. Clemente VII dopo avere per parecchi giorni lasciata devastare la città, fu costretto a rendersi a patti. Si obbligava a pagare allo esercito quattrocentomila ducati : centomila subito ; cinquantamila fra venti giorni ; il rimanente fra due mesi. Obbligavasi inoltre a rimanere prigione in Castel Sant'Angiolo fino al pagamento de'primi centocinquantamila ducati. Dopo di che aveva licenza di recarsi a Napoli per aspettare gli ordini di Carlo V.
XXXVII. La nuova del gran disastro di Roma produsse, come non era da dubitare, il suo effetto in Firenze. I cittadini erano stanchi della lunga oppressione. Si erano già sobbarcati a sostenere incredibili gravezze e per le guerre passate di Leone X, e per le presenti di Clemente VII, e per le taglie già pagate ai capitani minacciami di aggredire e mettere a ruba il loro territorio. Qualunque altro popolo europeo che il fiorentino non avrebbe potuto portare tanto enorme soma. Gli
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