Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO NO.NO.
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signori doveva durare tre mesi. Elessero i Dieci della libertà, gli Otto di Guardia, e ripristinarono il Consiglio degli Ottanta. Nel dì in cui i nuovi magistrati presero l'ufficio, si fecero solenni feste; e il popolo dietro loro corse al tempio per rendere grazie a Dio della libertà ricuperata. Ma quella pubblica esultanza non illuse il governo intorno alle ardue condizioni in cui la repubblica rimaneva. Non erano più i tempi in cui Firenze aveva chiuse le porte in faccia agi' imperatori germanici, e gli aveva costretti ad allontanarsi vergognosamente dal suo territorio. Firenze non poteva sperare di salvarsi senza aiuti di fuori. E perchè, non ostante la leggerezza della Francia, i Fiorentini seguitavano a considerarla come protettrice della libertà de' popoli italici ; e perchè tutta la Europa, atterrita dalla fortuna di Carlo V, andava dichiarandoglisi avversa, ostiharonsi a rinnovare i trattati con Francesco I e con Venezia ; e invano Niccolò Capponi che era propenso alla politica del barcamenare esortava a tenersi, destreggiando, bene edificati i due sovrani; invano Luigi Alamanni, che conosceva per lunga esperienza la Francia, esortava a collegarsi con l'imperatore : il popolo volle ed ottenne l'alleanza con Francesco I. Di che prò fosse alla bella città cosiffatta alleanza lo vedremo tra poco. Per ora è nostro debito brevemente raccontare le novità intervenute in Genova per opera di un inclito cittadino.
XXXVIII. Andrea Doria, che era il più grande uomo di mare de'tempi suoi, stavasi al soldo della Francia. Dopo d'avere al re Francesco resi segnalati servigi aveva avuto ragione di querelarsene. Tra l'altre cose gli era stata ritenuta la taglia del principe d' Orange fatto prigione ; e gli era stato preposto Francesco della Rochefoucault nello ammiragliato dei mari di Levante. A queste aggiungevasi altra offesa più potente nel cuore di Andrea Doria, il quale, comecché fosse quasi sempre vissuto lontano dalla patria, l'amava sviceratamente, e non poteva patire di vederla non che serva ma esposta alle frequenti aggressioni degli stranieri. Francesco I, spregiando la convenzione, aveva privati i Genovesi de'loro privilegi, quasi la repubblica fosse provincia conquistata non volontariamente postasi sotto la protezione della Francia. Per metterla
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