Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
in condizione di non più sottrarsi alla sua autorità si era proposto di trasportare a Savona ogni traffico della repubblica ; difatti seguitava a mantenervi l'ufficio della gabella del sale ivi già traslocato allorquando Genova cadde nelle mani dogi' imperiali. I cittadini ne fremevano, ma non trovavano altro riparo a tanta rovina se non quello di rivolgersi al potentissimo loro concittadino perchè patrocinasse la causa della patria dinanzi al monarca eh' egli serviva.
Le loro preghiere non furono vane. Il tempo della condotta del Doria a'servigi di Francesco I terminava con la fine del giugno 1528. E però pochi giorni innanzi di rinnovarla gli chiese giustizia e quanto a sè e quanto alla patria. Scapitano dell' esercito regio in Italia e Clemente VII sollecitarono il re a compiacere Andrea Doria, imperocché ove egli prendesse soldo sotto lo imperatore ne verrebbe grave danno alla lega. Il re, consigliarne il suo cancelliere, invece di fare ragione alle giuste domande del valoroso uomo, spedì a Genova Francesco di Barbassieux perchè non solo prendesse il comando delle navi, ma arrestasse Andrea. Il quale, venuto in sospetto della trama, si ritirò a Lerici, e quando quivi si vide comparire dinanzi il Barbassieux, rispose volergli consegnare le navi regie, ma essere deliberato di tenere le altre come cose sue. Intanto egli per mezzo di Filippino Doria suo nipote che era a Napoli con la flotta imperiale, aveva aperte pratiche con Carlo, offrendoglisi pronto a servirlo per l'annua paga di sessantamila ducati; a patto però che Genova fosse rifatta libera e potesse reggersi da sè come repubblica indipendente ; e che le fosse reso lo antico territorio. La proposta fu bene accolta ; e 1 Genovesi che ebbero la nuova dello accordo fatto con lo imperatore, aspettavano ansiosamente la occasione di dichiararsi liberi.
Se non che in Genova infieriva la peste. Nello scompiglio che sogliono arrecare simiglianti pubbliche sciagure Teodoro Trivulzio che governava a nome di Francesco 1, dopo avere aspettato invano lo arrivo di duemila uomini da lui richiesti per mantenere la città, aveva reputato savio cosiglio ripararsi nel Castelletto, sperando che'la flotta francese bastasse a tenere in obbedienza i Genovesi. Allorquando nel settembrei
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