Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO N0.\0.
      mcomparve con le sue galere Andrea Boria di faccia a Genova,
      10 ammiraglio francese non avendo animo d'affrontarlo, rifuggì a Savona. Appena scesa la poca gente da sbarco guidata da Filippino Doria, i Genovesi presero le armi, e costrinsero tutti i Francesi a rinchiudersi nel Castelletto ; il quale dopo espugnata Savona e colmatone il porto, fu costretto ad arrendersi e venne senza indugio distrutto.
      In cotal guisa rivendicatisi in libertà, i Genovesi posero mente a riordinare lo Stato. Teodoro Trivulzio, allorché era giunto in Genova per governarla vi aveva trovato dodici magistrati che avevano nome di riformatori, ed erano stati creati con lo scopo di riformare le leggi e riconciliare le fazioni. Il regio governatore, estimando sommamente benefico l'ufficio loro, non solo li aveva lasciati, ma non aveva il più lieve sospetto delle loro ragunanze. Essi intanto maturavano i loro disegni, e congegnavano pacatamente la riforma come se dovesse servire ad una repubblica liberissima. Nel tempo stesso nessuno di loro supponeva così propinquo il tempo di mandare ad esecuzione le loro riforme. Ma appena fuggita la flotta francese dal porto di Genova, e innanzi che il Castelletto si arrendesse, il senato fu sollecito di raunarsi, e innanzi tutto ordinò che i dodici riformatori formassero una nuova costituzione. I più non sapevano con che intendimento fosse venuto
      11 Doria ; sospettavano eh' egli volesse con lo aiuto e l'autorità dell' imperatore dichiararsi principe dello Stato. Nè i sospettosi farneticavano così pensando ; imperocché Carlo V che fuor di modo odiava la libertà, aveva già voluto riconoscere e mallevare al Doria la sovranità della sua patria. Ma questi, che aveva cuore di vero cittadino abborrì sempre dalla tirannide, ed amò meglio acquistarsi la gloria di liberatore de' suoi concittadini. Aggiungasi eh' egli avrebbe potuto conseguire la signoria della patria senza adoperare la forza, ma solo raccogliendola come premio dei beneficii resi a quella, e come effetto del nuovo ordinamento con che i riformatori rifacevano il comune. La soma che essi si erano recati sopra le spalle era oltremodo grave e malagevole; imperocché le condizioni della cittadinanza genovese erano di per sé ardue senza che le rendesse maggiormente diffìcili il generale sconvolgimento in che


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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