Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO NO.NO.
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golarniente. Il Capponi venne riconfermato nell'ufficio ; e sotto di lui si compirono parecchie importantissime riforme, le quali fecero sì che Firenze nel prossimo assedio resistesse ai poderosi eserciti de'suoi nemici. Istituì un tribunale d'appello, detto dei quaranta, il quale aveva potestà di accogliere i ricorsi e riesaminare senza indugio le sentenze contro i condannati per delitti politici. Divisò modi più equi di levare e distribuire le pubbliche gravezze. E comecché fosse avverso al disegno di fortificare la città, dovette assentire che si cingesse di mura secondo la idea dell' inclito Michelangiolo Buonarroti, il quale aveva messo da parte lo scalpello, per giovare la patria minacciata dalla estrema rovina. E la patria difatto era in gravissimo pericolo. I Fiorentini fino allora erano stati fedelissimi a Francesco I, lo avevano sovvenuto più volte di pecunia, e gli avevano concesso gli avanzi delle bande nere, stroiiuissime schiere raccolte e ordinate da Giovanni de' Medici , giovine di tanto valore che lo stesso Machiavelli aveva proposto di fare da quelle cacciare gli stranieri dalla Italia ; disegno andato a vuoto e per la dissennatezza del papa, e per la immatura morte del gran capitano.
XL. Il nome della Francia era caro ai Fiorentini; sì che si affannarono inutilmente i più reputati uomini politici a dimostrare allo illuso popolo essere que' principi per costume fedifraghi, e Francesco in particolare aver sempre abbandonato o tradito i suoi alleati: il popolo rimase fedele alla Francia. Andrea Doria che aveva approvato il rivolgimento seguito in Firenze, non mise tempo fra mezzo e scrisse a Luigi Alamanni essere necessario che la repubblica, volendo salvare la propria libertà, si collegasse con lo imperatore, e lo facesse subito imperocché il papa aveva aperte pratiche con Carlo, ed era pronto ad abbandonare la Francia e a cedergli tutto, a patto che rimettesse la fiorentina repubblica sotto la dominazione dei Medici. Il governo spedì a Barcellona Luigi Alamanni ; il quale poco dopo ritornando riferì ai Signori le cose stesse scrittegli dal Doria, ed esortò i suoi concittadini a rompere ogni indugio e patteggiare con lo imperatore. Fu convocato un consiglio straordinario, che chiamavasi pratica secreta, composta d' uomini eletti dal gonfaloniere. Si discusse lunga-
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