Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      iiGSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      mente ; i più veggenti opinarono per la lega con Carlo ; ma un discorso di Tommaso Soderini trionfò delle opposizioni; e fu deliberato dovere la repubblica persistere nell'amistà con la Francia.
      XLI. Infrattanto Francesco I, benché avesse rotto il trattato di Madrid, aveva per la destrezza di Luigia di Savoia sua madre persuaso Carlo V a mandare a Cambrai la sua zia Margherita d'Austria. Le due principesse tennero secretissimi colloquii, e senza intromissione di ambasciatori o di qual si fossero altri uomini politici stipularono un trattato per mezzo del quale Francesco I abbandonava vigliaccamente i suoi alleati, mentre Carlo V gli assicurava. La conclusione di questo trattato, che gli storici giudicano il più disonorante che un re di Francia sottoscrivesse mai, fu accelerata dal trattato di Barcellona firmato nel giugno del 1529. Con esso il papa prometteva a Carlo V la incoronazione, la investitura del regno di Napoli, e la potestà di imporre decime agli ecclesiastici. L'imperatore fra le cose che prometteva a Clemente VII ob-bligavasi a rimettere in Firenze la famiglia dei Medici, e dare in isposa ad Alessandro — il solo secolare che di quella famiglia rimanesse in vita—Margherita sua figlia naturale. Francesco I dissimulò fino all' ultimo il suo tradimento, facendo proteste d'affetto verso i suoi diletti Fiorentini ; e poiché il trattato di Cambrai fu reso pubblico, a Baldassarre Carducci, che rimostrava e al quale egli fu costretto a concedere un colloquio, disse quel trattato altro non essere che un inganno, ordito a fine di avere i suoi figli, rimasi in ostaggio nelle mani di Carlo, e che, appena avutili, egli intendeva romperlo. E però esortava i Fiorentini a validamente resistere nel caso di qual si fosse aggressione. 11 re si confessava ingannatore, e non per tanto il fiorentino popolo era talmente accecato dalle menzogne e dal ciarlatanesco contegno di quel perfido principe, che si affidò intieramente nelle sue braccia.
      XLII. Carlo era già passato in Italia per mandare ad esecuzione le condizioni della pace. II luogo stabilito per la cerimonia della incoronazione era Bologna. Ivi convennero gli ambasciatori de'potentati stranieri amici d/ Carlo, e i principi italiani in persona. La sola repubblica fiorentina non vi aveva


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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