Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      rappresentanti e fu esclusa dalla pace ; ed era forse troppo tardi per negoziare con l'imperatore, il quale avendo già promesso di darla nelle mani a papa Clemente, andava raccogliendo sul fiorentino territorio soldatesche per assaltarla. Quello esercito era stranissimo miscuglio di quanto vi fosse di lordo e di scellerato nelle schiere che avevano desolata la Italia nelle passate guerre. I Fiorentini, sebbene continuassero le pratiche per allontanare la procella che li minacciava, non ostante che Francesco I secretamente gì'incuorasse a resistere ed aspettare il momento in che egli, riavuti i figli, verrebbe in persona a difenderli, come vedevano ad uno ad uno i loro collegati pacificarsi con l'imperatore e col papa, si diedero a fare provvedimenti di difesa. Il comune ed imminente pericolo della patria, se non aveva spente le fazioni, le aveva persuase a porre da parte i vecchi rancori. I Fiorentini che, intenti al traffico e godenti di tutti i beni della civiltà, non si erano mai dati al mestiere dell' armi, in due anni avevano messa insieme una milizia cittadina e rurale così bene ordinata ed esercitata da potere far fronte a qualsifosse altro esercito straniero. Avevano condotte a fine le nuove fortificazioni della città, e prepostovi Michelangelo Buonarroti a soprintendente. Avevano mandato commissarii in tutte le principali città soggette alla repubblica. In somma bene vedevano che l'ora fatale per la loro libertà era arrivata, e quindi se era necessità cadere volevano a ogni modo cadere onorati e far caro costare agli inimici la vittoria.
      Mentre cosiffatte cose seguivano, il gonfaloniere Niccolò Capponi, meno confidando ne'mezzi di difesa che nei negoziati per salvare la patria di cui era amantissimo, assistito dal consiglio di parecchi prudenti cittadini, teneva pratiche con Clemente VII, prima che si fosse affatto riconciliato con l'imperatore. Conduceva con la massima segretezza le cose per mezzo di un Giachinotto Serragli, senza che i priori suoi colleghi ne sospettassero nulla. Un dì uno di loro trovò nella sala della Signoria una lettera nella quale chiaramente si ragionava delle sopradette pratiche. La lettera venne considerata come argomento di tradigione. I signori convocarono supito il Consiglio degli Ottanta e proposero che il gonfaloniere fosse pri-
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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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