Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'435 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
gettò sulle montagne di Pistoia. Intendeva quivi ragunare tutti gli aderenti alla fazione de'Cancellieri; i quali lo menarono a San Marcello, che egli per rendersi bene afletta quella fazione, innanzi di scendere a Pistoia, espugnò cacciandone i Pancia-tichi. Andò quindi al vicino castello di Gavinana. Lo inseguivano a gran passi gl'inimici capitanati da Fabrizio Maramaldo, da Alessandro Vitelli, co'suoi affamati Bisogni che volevano venire alle mani e chiedevano il promesso saccheggio. Alla perfine vi arrivò anco il Principe d'Orange con mille veterani tedeschi e mille spagnuoli. La somma della guerra adunque si era ridotta in Gavinana; da una battaglia dipendevano le sorti della repubblica; nel solo braccio del Ferruccio pareva riposta la salvezza di Firenze. Ciò bene sapeva il supremo capitano dello esercito nemico, imperciocché gli era stato riferito che i Fiorentini non si perderebbero mai d'animo finché vivesse Francesco Ferruccio. Era quindi suo intendimento distruggere co-teste bande per indurre prontamente i Fiorentini alla resa. E gli era stato detto il vero e da tali che non potevano lasciargli il minimo dubbio.
XLVI. Comecché coloro che vigilavano alla salvezza della patria dessero frequenti esempi di severissime pene contro i traditori, comecché tutti i cittadini tenessero gli occhi fitti agli uomini di fede sospetta, non v'era stato modo a sventare tutte le macchinazioni dei parricidi. Precipuo strumento eli tradigione s'era fatto colui al quale era affidata la difesa della repubblica.
Malatesta Baglioni, che forse allorquando prese soldo ai servigi della repubblica non pensava a venire a patti col papa, come vide essere necessario che o prima o poi la cadesse, porse ascolto alle sollecitazioni degli emissarii papali. Teneva da qualche tempo secretissime pratiche col principe d'Orange, il quale gli aveva fatta dal papa assicurare la signoria di Perugia, assicurazione che verrebbe confermata dallo imperatore; ed egli da parte sua aveva promesso in iscritto di non assaltare gl'imperiali accampamenti nel tempo in che l'Orange si sarebbe allontanato per correre contro Francesco Ferruccio. Il traditore mantenne lo scellerato patto; ma non era cosa agevole; imperocché la ordinanza e tutta la fiorentina popolazione ardevano di piombare sul campo nemico; spesso la Signoria esortava il
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