Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO NO.NO.
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abitare in Roma o altrove senza essere molestato in conto alcuno, nella roba nè nella persona — Che le terre conquistate dallo esercito imperiale abbiano a ritornare in potere della città di Firenze — Che lo esercito, come avrà ricevute le paghe si parta dal dominio — Che Sua Santità e i suoi parenti ed amici dimentichino e perdonino le ingiurie ricevute da qual si voglia cittadino. — Il signore illustrissimo Don Ferrante Gonzaga generale capitano de'cavalli leggieri e governatore al presente dell'esercito felicissimo sopra Fiorenza, in suo proprio e privato nome, si obbliga fare che sua Maestà ratifichi nel tempo di due mesi prossimi il presente capitolo, come si è parimenti obbligato il magnifico Bartolommeo Valori, commissario generale di nostro signore, fare da Sua Santità ratificare quanto in suo nome ha promesso.
L. Non sembra credibile che una città che si era accanitamente e per tanto tempo difesa, e che aveva in mille modi offeso gli assediami ottenesse sì larghe condizioni; pare molto meno credibile che un esercito il quale aveva durati tanti guerreschi travagli sedotto dalla promessa di saccheggiare una' città creduta ricchissima, e memore delle nefando dolcezze del sacco di Roma, si chiamasse contento delle sole paghe. Da tanta accondiscendenza gli accorti Fiorentini avrebbero dovuto conoscere che sotto quella apparenza di moderazione si nascondeva una trama, della quale pur troppo fecero non guari dopo dolorosissimo esperimento. Il trattato venne sottoscritto il dì 12 d'agosto 1530 a Santa Margherita in Montici, e tosto dopo il commissario del papa e i fuorusciti entrarono in città.
Intanto negl'imperiali accampamenti intervenne un caso che salvò Firenze da gravissimi disordini. Gli Spagnuoli azzuf-faronsi coi soldati italiani. La quale zuffa nacque da ciò che gli uni avevano, per rubarli, ucciso e gittato in un pozzo due Italiani. Al primo scontro gli Spagnuoli ebbero la peggio, e sarebbero stati onninamente distrutti se Don Ferrante Gonzaga non persuadeva i Tedeschi che stavansi tranquilli a vedere, dicendo gl'Italiani aver fatto congiura di assaltare anche loro dopo avere ammazzati tutti gli Spagnuoli. All'accorrere dei Tedeschi la battaglia mutò aspetto; gl'Italiani furono rotti e disfatti, porderono le loro bagaglie e tutto ciò che avevano in Storia dei Comuni italiani. — 2. 38 .
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