Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      distruggere la repubblica giovaronsi delle forme sue stesse. Papa Clemente aveva ordinato che la balìa, composta di fautori dei Medici, facesse in proprio nome le riforme, affinchè la non fosse vincolata dal trattato sottoscritto dai commissarii papali e cesarei, i quali avevano promesso ai Fiorentini di mantenere la libertà e concedere pieno oblio d'ogni fatto seguito dalla rivoluzione del ventisette fino alla resa della città. Per meglio celare il suo segreto pensiero il papa, pochi mesi dopo, fece eleggere un' altra balìa di centocinquanta cittadini tutti suoi partigiani e pronti esecutori di ciò che a lui piacesse comandare. Questa nuova balìa osò sfacciatamente tutto ciò che la precedente non aveva ardito fare di nascosto, imprigionò e sottopose alla tortura i più cospicui cittadini. Condannò allo estremo supplicio il già gonfaloniere Carducci ed altri magistrati repubblicani. A queste nuove crudeltà, indizio Certo delle sorti che soprastavano a tutti gli amatori della libertà, la città cadde nel più profondo sgomento. Ai non pochi che erano andati in volontario esilio, perchè o si erano opposti al trattato, o non vi avevano voluto aver fede, tennero dietro altri moltissimi che in guise diverse fuggirono dalle ugne della feroce balìa, la qùale condannava in contumacia 1 fuggenti e confiscava loro gli averi. Altri, che non avevano tanta reputazione fra il popolo, ma non ostante si sospettavano non inchinevoli alla tirannide dei Medici, furono confinati in luoghi diversi e assai lontani da Firenze. Nè giovò 1' obbedire o il rassegnarsi ; il sanguinario governo a quei miseri che ave--vano senza lamento espiata la pena, infliggeva nuovo e più aspro confino per indurli a romperlo, unico pretesto perchè fossero condannati come ribelli e traditori e privati per sempre della patria e dei beni. Capi, o per dir meglio anima e mente della balìa erano Dartolommeo Valori, Francesco Guicciardini, Roberto Acciajuoli e Francesco Vettori; i quali avendo preso al soldo dello Stato duemila dei Tedeschi dell' esercito imperiale, ardivano impunemente e senza ombra di rossore ogni enormezza. Essi furono i più operosi e ostinati fabbri delle catene della terra materna. Ma venne anco per loro il dì del pianto ; e mentre avevano inteso di raffermare sopra le rovine del governo popolare una oligarchia, troppo


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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