Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      '435 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      tardi si avvidero che era forza piegare il collo sotto il giogo di un tiranno, e dalle loro scelleratezze altro non raccolsero che infamia, rimorso, ed eterna vergogna.
      Fino allora non s'era adunque ragionato di dare un capo allo Stato. Ma intanto papa Clemente aveva spedito Alessandro dei Medici alla corte dell' imperatore; il quale adoperando, in virtù del trattato,'la potestà di riformare il governo di Firenze, emanò un editto col quale concedeva ai Fiorentini i loro vetusti privilegi e imponeva loro 1' obbligo di riconoscere per capo della repubblica Alessandro dei Medici e la sua discendenza. Alessandro coli' imperiale decreto entrò solennemente in città nel luglio del 1531.
      LII. I predetti snaturati cittadini, fatti segno all'odio pubblico. temevano di rovinare al primo impeto popolare che scoppiasse, e però studiavansi di rendere odiose al popolo le principali famiglie, le quali quasi fossero loro complici in tal guisa sosterrebbero il governo. Il Guicciardini massimamente, eh' era divenuto l'anima dei consigli e il più accanito esecutore de' voleri di papa Clemente, lo indusse a riformare di nuovo il reggimento dello Stato ; la quale riformagione fatta e mandata dal pontefice, fu sanzionata dall' autorità di dodici cittadini eletti a quel fine dalla balìa nello aprile del 1532; imperciocché sebbene dispoticamente regnasse, la non osava per anche porre in dispregio tutte le forme repubblicane. Questa nuova riformagione aboliva in perpetuo l'ufficio del gonfaloniere di Giustizia e quello de" signori ; dichiarava Alessandro de' Medici principe dello Stato col titolo di duca, della qual dignità dovevano essere eredi i suoi discendenti. Istituiva un consiglio detto dei dugento, e uno di quarantotto membri col nome di senato; e questi consiglieri nominati a vita dovevano coadiuvare il principe nel governo dello Stato. Nessuno di loro poteva proporre alcuna legge, ma cotale facoltà era solo data al duca, se non che lo assentimento di quelli era necessario perchè la proposta avesse forza di legge. Sarebbe superfluo il dire che i consigli furono composti di uomini abiettamente ligi alla casa de' Medici; nondimeno coloro che fino allora avevano tenuto nelle proprie mani il governo, credevano di avere stabilito a loro prò non una tirannide sciolta d'ogni freno, ma


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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