Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'435
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
sopra una mina ognora pronta a scoppiare e in un momento distruggerlo. Finche visse Clemente VII, dal qual era freneticamente amato, egli potè far fronte alle congiure tramate per ispegnerlo; ma allorquando ascese sul seggio pontificio Paolo 111, che apertamente favoriva i nemici del suo predecessore, gli esuli e i malcontenti si congiunsero nel solo pensiero di liberare la patria dal giogo del tiranno. Il cardinale Ippolito, posto da parte ogni riguardo, era in aperta rottura col cugino. Egli aveva incoraggiati a recarsi a Roma gli Strozzi, i Ridolfl, i Saìviati ed altri cospicui cittadini. I fuorusciti ordinatisi in congrega, o come oggidì direbbesi in comitato di emigrazione, deliberarono spedire in Ispagna allo imperatore un' ambasceria per indurlo a far osservare i patti della resa a nome suo giurati dal suo capitano. Carlo V li accomiatò cortesemente promettendo loro di provvedere alle cose di Firenze appena condotta a fine la impresa di Tunisi.
L1II. Come seppero che l'imperatore era ritornato e giunto a Napoli, gli esuli spedirono colà il cardinale dei Medici al quale avevano conferito solenne mandato in iscritto : ma Alessandro invigilava i passi del cugino ed alla fine, dopo tante mutili prove, gli era riuscito farlo avvelenare insieme con altri due animosi e reputatissimi cittadini che lo seguivano. La morte d'Ippolito fu una grande sventura per gli esuli ; non perciò perderono ogni speranza ; sapevano che Carlo non isti-mava punto nè amava il suo futuro genero ; pensavano che oramai, cessata con la morte di papa Clemente la cagione che aveva indotto di mala voglia l'imperatore a promettere la propria figlia al nuovo tiranno di Firenze, il parentado non si mandasse ad esecuzione ; per le quali cose pieni di fiducia re-caronsi alla corte di Napoli per perorare la propria causa. D' altra parte Alessandro, avendo forte ragione di temere, era andato a Napoli seco conducendo i principali suoi complici, cioè Francesco Guicciardini, Baccio Valori ed altri. E qui cominciò la lotta tra i fuorusciti che accusavano e tra il duca che si difendeva. I fuorusciti, fra' quali erano i cardinali fiorentini, avevano'eletto due cittadini a loro commissarii perchè esponessero alla maestà di Carlo le loro querele. Ottenuta udienza, il venerando storico Jacopo Nardi che
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