Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO NO.NO.
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era uno degli oratori, disse questa orazione, la quale comecché sia troppo lunga per la mole di questo libro e nota nelle pagine d'uno storico egregio e dabbene, a noi piace riferire come quella che esprime i liberi sensi di un popolo che agonizza sotto i piedi del tiranno :
« La repubblica fiorentina per lo addietro, sacra cesarea maestà, assai florida e molto reputata per la sua libertà, ed al presente afflitta e dispregiata per la estrema servitù in cui è ridotta, inchinatamente a vostra maestà ricorre, e quella reverentemente prega ed umilmente supplica che come magnanimo imperatore e giusto arbitro de' cristiani reggimenti, e da lei particolarmente eletto, vi piaccia per l'innata pietà e clemenza vostra le giuste sue querele udire, le quali con somma brevità raccontare intendiamo non tanto per nostro comodo, quanto per giustificazione delle molte calunnie a quella repubblica attribuite, e con astuzia ed arte alla maestà vostra referite da colui il quale occuparla disegnava, come dimostro ha il. successo della cosa, ed il quale nient' altro meno intendeva, che l'osservanza delle promesse da lui fatte; come di questo esser può vostra maestà a se stessa verissimo testimonio. Onde noi vi preghiamo, clementissimo Cesare, che come giusto e misericordioso vi degnate le nostre ragioni ascoltare. Perocché Dio perciò due orecchie n' ha concesse,acciocché con una udiamo l'accuse, e con 1' altra le giustificazioni. Laonde se V. M. giudica essere lecito a quelli i quali non sono in colpa giustificarsi, desideriamo impetrar da quella, che a noi sia permesso dimostrarvi quanto la nostra città sia a torto in estrema necessità e miseria condotta, e come noi da quella fussimo cacciati ingiustamente, e come senza alcuna giusta causa siamo continuamente perseguitati. Le quali cose narrare intendiamo non per notare alcuna persona, nè per disputarle in questo luogo, ma per muovere con qualche ragione il benigno animo di V. M. a compassione della trista fortuna nostra, e della sorte miserabile della nostra -città. Dopo questo intendiamo di mostrare il grande onore che alla M. V. è per risultare dalla salute di quella repubblica, e dalla nostra restituzione alla patria, e conseguentemente tanta utilità, che di gran lunga supera l'onore. E sebbene molti, come male informati
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Cesare Dio
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