Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      che abbiano avuto in animo di fare quello che si vede che ha disegnato di mettere ad effetto questo nuovo tiranno : perocché ha disegnato vuotarla de' propri abitatori e sfasciarla dell' antiche mura, e coli' odioso giogo delle fortezze tenerla oppressa, ridursi ad abitare a Pisa, favorir quella per riempierla di forestieri, introdurvi gli esercizi altrove che in Fiorenza proibiti, e finalmente ogni buono ordine in tristo pervertire, giudicando non potere per altra via, che per questi sinistri modi, tiranneggiar Fiorenza, come quello che essendo giovane e senza sperienza del governo del mondo, e alieno da ogni modestia di vivere, crede che la superbia, la rapina, il timore, e finalmente la scoperta tirannia lo facciano venerabile e tremendo. Ma non più delle miserie della città nostra, non più ; veggiamo al presente se onore o utile alcuno è per resultare a T. M. dalla salute di quella repubblica, e se necessità veruna ti costrigne a liberarla dalla presente tirannide ; e certamente che tutte queste cose si troveranno in tuo benefizio.
      » Nessuna cosa è, sacra cesarea maestà, tanto profittevole ad un principe, quanto l'avere fama di giusto, pietoso e clemente, però che col mezzo di quella facilmente conseguita la grazia e benevolenza universale di tutti gli uomini, la quale sopra tutte l'altre cose i principi savi deono stimare e con ogni diligenza conservare. Con questa fama Scipione acquistò in breve tempo già parte della Spagna e la grazia universale di tutti i popoli di quella, e Annibale, per sedici anni che in Italia militò, sempre più odioso a ciascheduno divenne per le sue crudeltadi ; la qual cosa per avventura fu causa che egli non superasse Roma e perdesse Cartagine. T. Flamminio la bellicosa Grecia vinse più con la pietà che con le forze. F. Cammilio per uno atto d'umanità verso i Fa-lisci usato, si guadagnò quella città che molti eserciti non aveano potuta espugnare. Il re Pirro usava dire, aver guadagnato più città con le parole che con 1' armi. Giulio Cesare, degno veramente dello imperio,aspirando a quello, s'accòrse che la clemenza e magnanimità più che altre virtù i popoli a se tirano; onde, sapendo egli queste bene usare, per mezzo d'esse certamente più che per altro divenne della gran Roma


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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