Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (463/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      '435
      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      tanta città, che consentire che ella si distrugga e spenga, e molte maggior comodità conseguirai di posseder Fiorenza con la bontà e benevolenza de'suoi abitatori, e veri padroni, i quali te la offeriscono allettati dalla magnanimità e clemenza, giustizia e religione che in te essere si predica, che tenerla per forza col mezzo delle inutili fortezze, o con la violenza dei soldati, i quali ne portano più di spesa che non porgono sicurtà; o d'un tiranno, il quale mostra volerla a te donare perchè ad altri vendere non la può, e per sè tenerla giudica impossibile, conoscendosi a qualunque sorte d'uomini odioso, perchè conosce molto bene non essere qui alcùilo che sotto il suo governo si contenti: con ciò sia che i nobili, perchè da lui sono sprezzati, non l'abbiano a grado, i mediocri e gli artefici, perchè nelle facultà sono troppo aggravati, più non possano sopportarlo; la plebe, perchè le sono mancati gli esercizi da'quali traeva il vitto, viva malcontenta; le vedove si lamentino della morte de' mariti, e le maritate si affliggano dello esilio e delle doti sute loro usurpate, a Dio vendetta esclamando; i piccioli figliuoli piangano i padri; i sudditi sieno disperati desiderando novità, sì perchè sono stati oppressi da inconsueti dazi, e sì perchè sono suti delle antiche loro esenzioni privati. Ed a te, il quale sei posto in somma felicità, s'appartiene esser tanto più pronto a beneficare, quanto che chi le umane cose contempla, le vede con l'esempio mutabili ed in continuo flusso; e gli uomini savi non rifiutano mai le condizioni oneste, e massimamente quando volontariamente sono offerte, temendo della indignazione della fortuna.
      » Nè hai da dubitare, invittissimo Cesare, di quella fede di cui ella non mancò mai pure a quegli che per dignità lo sono inferiori, come l'esperienza infinite volte ha dimostro, non che la mancasse a te, il quale per dignità, potenzia e riputazione sùperi di gran lunga gli altri principi, essendo massimamente da te beneficata. Anzi ti promette per cosa certa che se per il passàto olla ha fuggito l'amicizia degli impera-dori per dubitanza di non perdere la sua libertà, per l'avvenire ella abbia da essere ostinata in mantenersi a voi fedele, se quella che già è perdùta racquista per la clemenza e magnanimità di vostra maestà; la quale perchè ne ha chiariti che


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (463/507)






Fiorenza Dio Cesare