Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      non i titoli più di re che d'imperadori son quelli che amare e temere si deono, ma la vita loro esser quella che attendere si dehbe ed Osservare; ci abbiamo nell'animo proposto di essere sempre fedelissimi servi di vostra maestà. Nò ti ritragga, magnanimo imperadore, da opera tanto gloriosa e utile, e non manco pietosa, il sospetto della divozione la quale per lo addietro ha dimostro quella città aver ne're francesi, perchè se tu considererai la causa di cotale affezione, coinè magnanimo imperadore non solamente la commenderai, ma s'accenderà il generoso animo tuo a beneficarla, perchè quella troverà che la intenzione sua non fu mai di contrapporsi alla maestà vostra o ai disegni suoi, nò manco offenderla, ma sì bene di guardarsi dall'offese; e il timore di non cadere sotto tiranno, com'è avvenuto, era causa di conservarla ostinala nell'amicizia di quelli, i quali della sua libertà mantenitori e difensori si mostravano. Oltre a questo, i molti beneflcii ricevuti da quelli re, e sopra tutti gli altri quello del 1494, quando per mezzo di Carlo VIII le fu restituita quella libertà, la quale per quel tempo che suta le era occupata, con gran desiderio aspettata aveva, sono stati principalmente causa di sì lunga ostinata affezione, perchè quella città non può nò potrà mai per la sua generosità mancare ai suoi benefattori. Aggiugnevasi a questo la oppenione della potenza di quelli, la vicinità de' regni, la conformità della parte; e dall'altro canto si opponeva il timore di quei principi, de'quali i più, come poco esperti del governo del mondo, pareva che non intendessero ad altro che con le parole e con le dimostrazioni far paura ad altri e danno a lor medesimi, che conseguire niun buono effetto. E il timor di sua natura non solo tien saldi gli amici, ma i nemici eziandio unisce, quando si mette in pericolo quello di tutti. Ma al presento che le condizioni delle cose sono mutate, e che tua maestà ha dimostrone come si vincono le guerre, ed hacci ammaestrato come s'acquista imperio e dominio, ed hanne insegnato come si tengono gli Stati, ha saputo con la prudenza sua guadagnarsi la grazia de'popoli, e con la bontà conservarla, finalmente pare che sia posta fuor d'ogni giuoco di fortuna, perchè là ove è maggior prudenza quivi la fortuna ha manco forza; quella non ha più da dubitar della fede del po-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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