Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      che questa, però che ne prese tanto sdegno papa Clemente, che non solamente non permesse presentarsi al cospetto tuo gli ambasciadori da noi a questo effetto destinati, ma trasportato dall'ira, non si potette dalle infrascritte parole contenere: Hanno avuto più fede nello imperadore che in me; ma tosto se ne pentiranno, e lo imperadore non li aiuterà.
      y> Usa adunque, o felicissimo imperatore, la occasione quale tanto manifesta ti si mostra di guadagnarti quella città, la quale a te fia causa di grande onore e non di minore utile, perchè da lei sarai come suo riedificatore onorato, e tu a lei sarai autore di grandissimo b.ene, conseguirai il nome di conservatore. do' cittadini, e da noi sarai chiamato nuovo fondatore della repubblica fiorentina, ondechè vi saremo gratis-simi remuneratori de'ricevuti benefizi, saremo prontissimi esecutori de'comandamenti di vostra maestà e di quella fedelissimi servi. Gusta una volta le amicizie sue, e sperimenta, ti preghiamo, le forze di quella, la quale quanto lieta avrai avuta a tua divozione, potrai certamente proporti d'avere non mediocre parte della virtù italiana. E qual virtù mancherà in quella città, quando ritornata nella sua libertà, fia dalla potenza tua favorita? Ma non parliamo di quello che per so a tutto il mondo è noto. E tu intanto,o Carlo Augusto, non'perdere questa occasione, la quale Dio propriamente ti offerisce, acciocché con l'aiuto di Firenze, la quale per essere situata nel mezzo d'Italia, e per molte altre sue qualità ti fia molto opportuna in tutte 1' occorrenze che in quella provincia ti scadessero, finalmente tutta Italia e Firenze con lei insieme, dopo lunghi e molti affanni, sotto l'auspicio della felice fortuna vostra, secondo il (Jesiderio suo, in pace si riposi.
      » E cosi avendoti manifestate, sacra maestà, le persecuzioni di noi fuorusciti e che la città nostra con noi insieme ha sopportate della memoria di papa Clemente, e al presente sopporta da Alessandro tiranno di quella, in vece della conservazione della libertà e della dimenticanza delle ingiurie, secondo che promesso ne fu e con giuramento affermato sotto la fede di tua maestà ; e avendoti dimostro che alla tua magnanimità, giustizia e pietà s'aspetta rimediarci; e, oltre a questo, avendo provato che della restituzione della libertà


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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