Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO NO.NO.
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      che dichiarava Cosimo duca e legittimo successore d'Alessandro, escludendo in perpetuo tutti i discendenti o congiunti di Lorenzino, avesse data apparenza legittima e stabilità a quel governo che era difeso dalle soldatesche spagnuole acquartierate nelle fortezze di Firenze e di Livorno.
      Agli esuli altra speranza di salute non rimaneva che la protezione della Francia; e comecché conoscessero per esperienza l'indole e la perfidia di Francesco I, nulladimeno si affidarono di nuovo a lui, o per dir meglio al nome di lui, ma speravano di ricuperare la patria solo coi loro sforzi. In questa occasione però Francesco non fu largo soltanto di parole e promesse, imperocché soccorse di non poca pecunia gli esuli per assoldar gente ; mentre Filippo Strozzi e i suoi figli erano deliberati di porre tutte le loro sostanze per la salute della patria. Difatti non corse molto tempo e ragunarono alla Mirandola, il cui signore era fedele al re di Francia, un esercito di quattromila fanti e trecento cavalli, sotto il comando di Piero Strozzi e di Bernardo Salviati.
      Cosimo insieme con coloro che gli avevano dato il trono ducale, vedeva non senza gravissima paura i sòpradetti apparecchi. Non però sgomentavasi ; egli più che nella forza sperava negl' inganni e nell' astuzia, di cui poscia fu solenne maestro a tutti i principi de' suoi tempi. Mentre adunque dissimulava quel disdegno eh' ei poscia mostrò de' consigli datigli da coloro che gli stavano da presso e avevano riputazione di solenni uomini di Stato, maturava i proprii disegni e pensava a' modi più sicuri di mandarli ad esecuzione. Dopo avere invano tentato di separare Filippo Strozzi dagli esuli per mezzo di Francesco Vettori che gli scriveva spesso incalzantissime lettere, giunse per altra via a trarlo in inganno e conseguire lo scopo. Niccolò Bracciolini pistoiese, capo della fazione pan-ciatica, era stato invitato dallo Strozzi a recarsi in Bologna. Niccolò era amico e parente di Alessandro Vitelli con la cui protezione spadroneggiava da assoluto signore in Pistoia. Recatosi adunque presso gli esuli, promise di porre la città nelle loro mani con l'aiuto della fazione eh' egli poteva al minimo cenno sollevare. E come segue sempre degli esuli, i quali, comunque prudentissimi, tengono ognora il cuore aperto alle


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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